Corre l’inflazione, e non sarebbe una cattiva notizia se l’aumento dei prezzi fosse legato alla ripresa della domanda e a una crescita grintosa dell’economia.

«Invece i consumi vanno al rallentatore», dicono le associazioni dei commercianti, «e non si intravedono politiche pubbliche di sostegno ai salari e alle pensioni», avvertono i sindacati.

«Noi siamo ancora nel pieno di una spirale negativa», sottolinea il segretario generale della Cgil sarda, Michele Carrus.

Secondo i dati provvisori Istat i prezzi registrano un rialzo dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,5% sui dodici mesi (per il petrolio e gli alimentari) in forte incremento rispetto alla crescita dell’1% annuo di gennaio.

A Cagliari, in febbraio (a confronto con gennaio) la variazione ha segnato un +0,2%, in controtendenza rispetto al -0,2% del mese precedente.

L’indice tendenziale sale invece dell’1,3%, in aumento rispetto al +0,8% di gennaio - comunica il Servizio sistemi informativi e informatici del Comune.

«L’aumento rilevato nei primi mesi di quest’anno non è dovuto a un rafforzamento della domanda da parte dei consumatori, quanto piuttosto a cause esterne», sottolinea Roberto Bolognese, vice presidente di Confesercenti.

«Il potere d’acquisto delle famiglie è ai minimi storici, e la situazione del commercio è preoccupante, i negozi di vicinato stentano a sopravvivere, le chiusure continuano, sia nelle città che nei piccoli centri, abbigliamento, calzature, elettrodomestici rischiano un’ulteriore contrazione, non abbiamo ancora fatto il bilancio dei saldi, ma è certo ci sarà un calo rispetto all’anno scorso».
© Riproduzione riservata