Sardi sempre più a rischio povertà.

Negli ultimi dieci anni il Pil pro capite della Regione - calcolato dividendo il Pil dell'intera Isola per il numero degli abitanti - è diminuito di quasi 500 euro l'anno, passando da 20.017 euro a 19.555.

Lo rivela l'Associazione Artigiani Piccole Imprese (Cgia) di Mestre nel suo studio sul divario economico tra il Nord e il Sud del Paese.

Un gap che è aumentato dal 2007 al 2015 (anno preso a riferimento dalla rilevazione), tanto che nel Mezzogiorno d'Italia quasi una persona su due è a rischio povertà.

Per la Sardegna cattive notizie anche sul fronte del lavoro: da una parte il tasso di occupazione relativo ai lavoratori dai 15 ai 64 anni è sceso dal 52,8% del 2007 al 50,3% del 2016, dall'altra la disoccupazione è aumentata dal 9,8 al 17,3% (+7,4%).

Dati preoccupanti, che hanno come conseguenza l'aumento drammatico delle persone a rischio povertà: se dieci anni fa erano il 30,3% della popolazione, ora sono addirittura il 36,6%, ovvero più di un sardo su tre.

Tra le criticità dell'Isola, inoltre, la rilevazione dell'associazione sottolinea il ruolo delle Pubbliche amministrazioni.

Come sottolinea anche uno studio della Commissione europea - che ha monitorato la qualità dei servizi pubblici, l’imparzialità con la quale vengono assegnati e il livello di corruzione - tra le 206 regioni d’Europa prese in esame, la Sardegna si trova nelle ultime 30 posizioni della classifica e in particolare al 178° posto.

(Redazione Online/F)
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