Allarme per il miele sardo di eucalipto rosso: la produzione crolla del 70%
Il bilancio di Miele in Cooperativa: vita difficile per gli apicoltori a causa di meteo e parassitiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Vita difficile per le api e gli apicoltori italiani nei primi otto mesi del 2025 tra gelate primaverili e caldo eccessivo di inizio estate e poi intensi temporali, uniti ad una recrudescenza dell’acaro parassita Varroa destructor con una diffusa resistenza ai trattamenti.
A fare il punto regione per regione sono le aziende associate a Miele in Cooperativa, dopo che nel 2024, secondo l'Osservatorio del Miele, la produzione nazionale è stata di 21.850 tonnellate, in lieve calo rispetto al 2023, con una media per alveare di 10/11 kg contro i 15/20 kg ordinari.
Per quanto riguarda la Sardegna, Miele in Cooperativa lancia l’allarme: l’Isola sta purtroppo perdendo l'iconico miele di eucalipto rosso per colpa del clima. Pesantissimo il crollo produttivo, che viene stimato del 70%.
Per quanto riguarda le altre regioni, grande ripresa in Lombardia per il miele di acacia e millefiori e bene il raccolto di alta montagna con il multiflora alpino, il rododendro, il lampone selvatico, e in pianura con quello di timo, achillea e pioggia d'oro.
Produzione disomogenea in Emilia-Romagna, dove sono andati bene melata e millefiori primaverile ed estivo così come tiglio, castagno e acacia. Come anche in Toscana con differenze per quantità e caratteristiche nelle aree di Lucca, Arezzo e Grosseto; ottima la qualità di melata e castagno molto chiaro, nonostante la presenza massiccia di varroa.
Una media di circa 5 kg/alveare di acacia ha caratterizzato la primavera nelle Marche, dove maltempo e gelate hanno danneggiato le piante; bene, invece, la pioggia per le fioriture successive di coriandolo, erba medica e millefiori.
Primeggiano i millefiori, acacia e castagno in Umbria, con una produzione media di 15 kg/alveare per gli apicoltori hobbisti in maggioranza rispetto ai professionisti. Simile la stagione in Molise, dove il millefiori appenninico ha registrato 15/20 kg per alveare. Raccolto a intermittenza in Campania: partito bene con il miele di erica in primavera, ha subito un arresto tra aprile e maggio per il maltempo, per poi ripartire con i millefiori estivi, discreti per quantità ma sotto alla media potenziale. Il caldo eccessivo ha danneggiato diverse fioriture monoflora come il castagno; meglio le aree costiere fino a 10 km dal mare, peggio quelle interne del Cilento.
In Puglia il meteo ha annullato i primi raccolti primaverili di asfodelo, mandorlo, ciliegio e agrumi, meglio coriandolo, rovo e millefiori, che hanno beneficiato delle piogge estive; raccolti nulli invece per timo, eucalipto e centaurea e probabilmente edera.
Infine la Sicilia, dove le produzioni di millefiori primaverile ed estivo sono raddoppiate rispetto al 2024, con un buon raccolto anche di miele di agrumi.
(Unioneonline/l.f.)