Sardegna, crescono startup e ricerca: «Ma troppi giovani talenti se ne vanno»
L’attrattività dell’Isola in chiaroscuro nel Sud Innovation Competitiveness Index: «Prioritario fermare la perdita di capitale umano»(Foto Ufficio stampa)
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Il Mezzogiorno d’Italia è sempre più “attrattivo” con un tasso di crescita medio annuale del fatturato del 102% tra il 2020 e il 2023.
È una delle indicazioni fornite dal "Sud Innovation Competitiveness Index”, indicatore comparativo per la competitività del Sud e delle Isole, sviluppato da Sud Innovation APS con il contributo di dieci atenei del Sud, del Politecnico di Milano e di Growth Capital.
Un report che «per la prima volta una misurazione sistematica della capacità competitiva dei territori del Sud Italia, incrociando innovazione, capitale umano e attrattività» e che fotografa un “ecosistema” in crescita, con 289,9 milioni raccolti e 700 nuovi posti di lavoro.
A guidare il trend sono in particolare due regioni, Campania e Puglia, che concentrano insieme oltre il 60% dei capitali investiti nel Sud Italia negli ultimi otto anni. E la Sardegna? L’analisi – spiega nel report – conferma che l’Isola «dispone di potenzialità rilevanti, ma deve ancora superare fragilità strutturali» a cominciare dalla perdita di capitale umano qualificato e dalla ridotta presenza di grandi corporate.
I segnali positivi vengono dalla «crescita delle startup innovative, dalla capacità di attivare iniziative riconosciute a livello nazionale ed europeo e da una ricerca scientifica sempre più inserita in reti internazionali».
Il dossier fornisce anche numeri e dati, in chiaroscuro. Per quanto riguarda l’attrazione di talenti, «segnali di crescita si intrecciano con criticità strutturali. Secondo i dati di AlmaLaurea, l’Università degli Studi di Sassari ha registrato 1.820 laureati complessivi nel 2024, mentre l’Università di Cagliari ne ha diplomati 3.719 nello stesso anno».
Il tema dell’emigrazione qualificata resta cruciale. Secondo il Rapporto Migrantes 2024, i sardi iscritti all’AIRE sono 130.217 (al 1° gennaio 2024), con un aumento di 417 unità rispetto al 1° gennaio 2023. «Questo dato – viene rimarcto – conferma come l’Isola continui a perdere capitale umano, soprattutto nella fascia giovanile più qualificata».
«L’impatto – aggiunge il report - di questa fuoriuscita non riguarda soltanto il depauperamento del capitale intellettuale, ma anche il rallentamento della capacità innovativa delle imprese locali, che faticano a trovare competenze adeguate nei settori a maggiore intensità tecnologica».
Nonostante le criticità dell’ecosistema regionale, la Sardegna ha però «rafforzato la propria capacità di attrazione attraverso misure di alta formazione».
Positiva inoltre è la crescita della spesa in ricerca e sviluppo, che rappresenta un segnale concreto di vitalità: «nel 2022 – evidenzia il report – la Sardegna ha registrato un incremento del +15,2%, a fronte di una media nazionale del +5%». Un aumento «dovuto in larga parte al contributo del settore pubblico e universitario, che copre oltre l’80%».
Sul fronte degli investimenti, la Sardegna si colloca invece «in un contesto ancora fragile». Secondo i dati di AIFI, nel 2024 il Sud e le Isole hanno attratto appena il 7% del numero complessivo di operazioni di private equity e venture capital e il 6% dell’ammontare investito in Italia, a fronte di un mercato nazionale che ha registrato 732 operazioni per un valore totale di 14,9 miliardi di euro. All’interno di questa quota aggregata –sottolinea il dossier – «il peso specifico della Sardegna resta marginale e non emergono evidenze di round di dimensioni significative».
Ma, come detto, i segnali positivi esistono. «Per tradurre questi elementi in vantaggi sistemici – è la conclusione – è necessario rafforzare i percorsi di attrazione e rientro dei talenti, consolidare strumenti di crescita per le imprese innovative e rendere più semplice l’insediamento di attori globali attraverso infrastrutture tecnologiche adeguate e politiche di apertura ai mercati. La prospettiva di fondo è quella di trasformare l’insularità da vincolo a leva competitiva, posizionando la Sardegna come laboratorio mediterraneo capace di attrarre investimenti, competenze e collaborazioni di frontiera».