Non si sono fatte attendere le reazioni delle associazioni che raggruppano agricoltori e pastori sardi dopo l'intesa raggiunta a Sassari sul prezzo del latte.

AGRINSIEME - "Nuovi passi avanti sul prezzo del latte ovicaprino sono stati fatti durante la seconda riunione del Tavolo ‘ristretto’, nella quale è stato raggiunto un importante accordo tra le parti per il riconoscimento di 74 centesimi al litro in acconto, cifra che si avvicina a coprire i costi di produzione".

È il commento di Agrinsieme Sardegna (il coordinamento che riunisce le federazioni regionali di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari) all'intesa trovato nel corso del tavolo di negoziato convocato a Sassari dal Prefetto Giuseppe Marani.

"Ora - prosegue una nota diffusa in serata - è necessario continuare a lavorare affinché si leghi il prezzo del latte ovicaprino a quello di tutti i formaggi dell’Isola e non solo del pecorino romano; allo stato attuale, infatti, si arriverebbe al riconoscimento di 1euro al litro solo con un prezzo del pecorino pari a circa 8,50 euro al chilo, con una quotazione che attualmente si aggira sui 5,70 euro al chilo".

COLDIRETTI - "Per noi è un primo passo", commenta invece il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu. Che aggiunge: "Abbiamo firmato per ultimi per senso di responsabilità nei confronti di tutto ciò che è successo con la speranza che possa attivarsi un processo di stabilizzazione con nuove regole delle procedure relative alla formazione del prezzo ed a una gestione corretta del Consorzio del Pecorino romano".

"Con l’accordo a 74 centesimi - aggiunge Coldiretti - si comincia ad avere delle basi oggettive per la formulazione del prezzo del latte. L'acconto - spiega ancora Cualbu - è una via di mezzo tra quando chiedevamo noi da novembre 2018, 77 centesimi, e le proposte dei trasformatori, 72 centesimi – precisa il presidente -. Con l’intervento pubblico che toglie dal mercato il pecorino in eccesso il prezzo dovrebbe sollevarsi e contiamo di arrivare ad un prezzo congruo".

Dell'intesa ha parlato anche il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba: "Ci siamo battuti affinché nei bandi per l’acquisto del Pecorino romano vengano inserite clausole anti-speculazione e quindi venga ritirato dai caseifici solo il pecorino prodotto e non quello acquistato".

CODACONS - Per i consumatori ha invece parlato il Codacons, secondo cui l'intesa trovata a Sassari è "un accordo al ribasso che tuttavia non deve avere ripercussioni per i consumatori finali",

"Il prezzo individuato - spiega il presidente Carlo Rienzi - è ancora molto lontano da quanto chiedevano i pastori, e non può essere interpretato come una buona notizia perché certamente non sana le gravi alterazioni che hanno caratterizzato il mercato del latte negli ultimi anni, grazie allo strapotere dell’industria".

"Ora, però, occorre prestare massima attenzione ai listini al dettaglio di tutti i prodotti derivati dal latte - conclude il Codacons - per evitare che il maggior equilibrio nella filiera produttiva venga scaricato dalle aziende sui consumatori finali, attraverso un rincaro dei prezzi. In tal senso il Governo deve vigilare per evitare che siano gli utenti a pagare il conto delle distorsioni nel mercato del latte".

(Unioneonline/l.f.)
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