«Non accetteremo passivamente che Ministero ed Enel trattino la Sardegna da colonia energetica nazionale senza che vi siano compensazioni adeguate per il territorio e per i sardi. Spegnere la centrale Grazia Deledda senza certezze sul futuro occupazionale di centinaia di lavoratori e sulle forniture per le grandi industrie energivore del Sulcis è inaccettabile. Pensare di disseminare la Sardegna di enormi accumulatori al litio-cobalto la cui durata non supera i tre anni significa precostituire un enorme problema ambientale di smaltimento di questi rifiuti altamente inquinanti».

È la dura presa di posizione del governatore Christian Solinas, a commento della decisione del Governo di trasformare la centrale Enel di Portoscuso in un sito di accumulo elettrochimico di batterie pari a 122 megawatt.

Una decisione - ora al vaglio dell’Avvocatura regionale per la valutazione di un possibile ricorso - che il Presidente della Regione definisce «inaccettabile, arrogante, unilaterale e non in linea con le necessità della Sardegna, già mortificata nella sua autonomia energetica e condannata ancora una volta a sopportare nuovi handicap oltre a quelli subiti fino ad oggi».

«La nostra posizione sul tema energetico nel suo complesso è chiara e improntata alle reali necessità della Sardegna», prosegue Solinas, ricordando la recente ordinanza del Consiglio di Stato che riforma la sentenza del Tar del 26 settembre scorso e sospende gli effetti del Decreto energia del Governo Draghi, fissando per il 23 febbraio del 2023 l’udienza per la discussione dell’appello nel merito.

«La Regione – aggiunge il governatore - chiede di arrivare a una soluzione definitiva e strutturale al problema energetico tale da poter garantire un futuro adeguato al territorio e al sistema produttivo. Su queste basi è stata accolta appena qualche giorno fa l’istanza della Regione e su questa linea continueremo a operare, difendendo la nostra autonomia energetica e facendo valere le ragioni della Sardegna e dei sardi, sottovalutate, ignorate e tralasciate anche oggi, nel merito della decisione del Ministero sul progetto Enel nel sito della centrale di Portoscuso».

«Non intendiamo barattare – conclude Solinas - l’esistente con soluzioni peggiorative e piovute dall’alto, che in un momento complicato e delicato come quello che stiamo vivendo si discostano così palesemente dalle necessità della nostra Isola e, a caduta, delle famiglie e delle imprese. Non possiamo accettare intese e provvedimenti che prescindano dai diritti irrinunciabili dei Sardi».

(Unioneonline/l.f.)

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