È più longeva della Repubblica italiana. Il debutto della Vespa avvenne nell'aprile 1946, due mesi prima del referendum istituzionale. Iconica, ha accompagnato la storia del Paese per immagini, con la spinta dei circoli dei sostenitori fioriti in tutto il Paese a partire dal '49. «È una passione senza tempo», dice Gianmichelangelo Murroni, di Selargius, presidente del Vespa club Karalis, «In Sardegna ci sono quattordici sedi che coprono tutto il territorio».

Presidente dal?

«1997. Sono stato uno dei soci fondatori e da allora gli altri mi hanno chiesto di guidare il club».

Quanti siete?

«Centoventicinque appassionati raggruppati in un'associazione sportiva dilettantistica. Paghiamo una tessera che oscilla tra 25 e 30 euro».

L'ultima edizione di Babbo Natale in Vespa
L'ultima edizione di Babbo Natale in Vespa
L'ultima edizione di Babbo Natale in Vespa

Perché si crea un club?

«Per condividere con gli altri la passione per la Vespa. In Italia ce ne sono oltre cinquecento».

Chi si iscrive?

«Giovani e anziani, benestanti e persone non abbienti che hanno a cuore questa particolarissima moto d'epoca. Sono desideri che si possono coronare da ragazzi oppure possono esplodere da adulti».

L'età del più piccolo?

«Vent'anni».

Il più anziano?

«Settantacinque».

L'ultima manifestazione?

«Babbo Natale in Vespa. la più importante è sicuramente la Vespiglia, il primo marzo. Ricalca la Sartiglia: non si usa il cavallo ma la moto. Purtroppo organizzare gli appuntamenti a Cagliari sta diventando molto pesante».

Perché?

«I costi sono alti. Piano sicurezza e tutto il resto sommati raggiungono tredicimila euro».

Chi vi aiuta?

«Il Comune di Cagliari, anche se con una mano dà e con l'altra toglie».

Perché?

«Le tasse sul suolo pubblico, per esempio. Comunque garantisce il patrocinio, ed è importante».

Le piacciono i nuovi modelli?

«Per me la Vespa è quella con quattro marce. I modelli attuali senza marce sono un'altra faccenda, non mi entusiasmano».

L'appuntamento più partecipato?

«Il ventennale del nostro club. Siamo andati a Pula, c'erano quasi duecento persone. Siamo andati a vedere le rovine di Nora, è stata una bella giornata».

Il peggiore?

«A Cagliari, davanti alla sede Rai, in piazza Maria Teresa di Calcutta, in sinergia con altri club italiani. Il ricavato della manifestazione era destinato a fare beneficenza. Si pagavano cinque euro. Malauguratamente la giornata era pessima, ventosa: c'erano quattro anime».

Il vostro primo nemico?

«Il brutto tempo. Un anno abbiamo organizzato un giornata a Santadi nel mese di giugno. Quel giorno il Signore ha aperto i rubinetti del cielo: un disastro. Da allora ci siamo attrezzati con la tenuta anti pioggia».

Cosa risponde a chi vi accusa di passatismo?

«Non vale neppure la pena di rispondere».

Il prossimo appuntamento?

«La mille chilometri con il giro della Sardegna. Il primo e il due maggio sarà un successo».
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