Uno spazio tra suono e silenzio o, nelle parole del grande William Burroughs, "un luogo in cui non si deve aver paura di perdersi, perché il disorientamento e la perdita vi sono previsti": quest'anno torna Interzone, festival di musica sperimentale ideato dal compianto Roberto Pellegrini (scomparso nel 2014) e oggi alla sua decima edizione. Realizzato dall'associazione TiconZero con il sostegno di Regione e Fondazione Sardegna, la manifestazione si svolgerà sabato 22 e domenica 23 a Campidarte, agriturismo-club delle campagne di Ussana divenuto, negli ultimi anni, vero e proprio catalizzatore culturale.

Il programma di sabato

La prima giornata di sabato avrà inizio alle 19 e vedrà alternarsi sul palco quattro progetti. Ad aprire, il Duo Volta_Rivolta di Francesca Romana Motzo e Francesco Ciminiello che, con la performance "Permanenza (secondo modulo)", compie una ricerca sulla relazione tra corpo, respiro e gesto, fondendo improvvisazione e ascolto profondo per generare uno spazio minimale e vibrante. Alle 21 invece Antonio si esibirà con "NX Live", dispositivo-chimera tra chitarra elettrica e sistema digitale interattivo (progettato tramite Max/Msp e sensori Arduino) in cui ogni gesto va attivamente a costruire il suono, mentre il musicista interviene in tempo reale sulla sintesi, articolazione e spazializzazione di esso. Dalle 22 sarà padrona l'elettroacustica con il duo di Mauro Medda e Massimo Olla, in un incontro tra la tromba suonata dal primo e i droni, oggetti sonori e dispositivi costruiti dal secondo, tra paesaggi di risonanze, feedback e vibrazioni e in una costante tensione tra arte improvvisativa e formalità del timbro. A chiudere la serata di sabato sarà alle 23 il Marco Morandini Trio, facendo tornare gli spettatori ad una dimensione più nota di jazz classico, tra swing, interplay e libertà ritmica. 

E quello di domenica

Domenica 23 le porte apriranno alle 16, e ad aprire le danze sarà questa volta la Crosswind Ensemble, formazione nata quest'anno al Conservatorio del capoluogo nell'idea di intrecciare fraseggi jazz e ritmiche flamenco, con l'esecuzione corale di Chiara Atzori, Ramprasad Secchi, Caterina Monaco, Matteo Marongiu e Marco Puddu. Dalle 18 salirà sul palco l'Inside S. Project di Silvia Bandini e Marco Caredda, in una collaborazione che dal 2018 esplora l'incontro tra suono e corpo, tra la danza di Bandini e la musica di Caredda, in un processo aperto e improvvisativo. Per le 19 sarà il turno dei Resonant Paths, quartetto di Matteo Maccioni, Caterina Monaco, Alessandro Loddo e Antonio Orrù che si districa tra l'imprevedibile elettroacustica e l'intenso post-bop, con influenze contemporanee dal rock. Ultimo concerto della serata con Arràmini, progetto di Andrea Lai, Stefano Colombelli e Antonio Pinna, che nell'idea di una costruzione istantanea del suono creano un dialogo reciproco tra gli strumenti a fiato di Lai, il contrabbasso di Colombelli e le percussioni di Pinna, già allievo del defunto Pellegrini nello studio della direzione musicale. 

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