Finisce l’estate, torna la scuola e per gli alunni - e per i genitori che devono aiutarli a fare i compiti - ricominciano i dolori soprattutto se si parla di matematica.

Materia ostica per tanti, inutile girarci intorno, con le sue parentesi tonde e quadre, le radici quadrate e le virgole nei posti più improbabili, gli elevamenti a potenze sorprendenti. Un osso duro, insomma, la matematica, tanto che a volte è veramente difficile credere come ci si possa divertire parlandone e addirittura studiandola.

Il libro di Germano Pettarin, "La matematica fa schifo!" (Einaudi Ragazzi, 2017, euro 12, pp.144), prova a sorprenderci trasformando i numeri e tutto l’armamentario vario dell’universo aritmetico e algebrico nei protagonisti allegri e fantasiosi di un bel racconto per ragazzi.

Tutto parte da una situazione ben poco precisa e matematica: a Cifralia, il paese immaginario dei numeri, regna il caos, finché il Generalissimo Abacone non decide di prendere il potere per fare un po’ di ordine. Il Generalissimo è un fanatico delle regole e della precisione e pensa di essere l’uomo giusto al posto giusto, trattandosi di un mondo matematico. Il tentativo si rivela però fallimentare: ogni numero, infatti, ha la sua personalità, le sue caratteristiche, le sue nevrosi...

Il due va strigliato per la postura curva, il sei si è lasciato andare e ha messo su pancia. Per non parlare dello zero, un tipo veramente anomalo. Hai voglia a metterli in fila e farli rigare dritto i numeri di Cifralia. Appena possono si riparano dalla pioggia sotto il tetto delle radici quadrate, o quando arriva la stagione delle somme, non può che scatenarsi un... quarantotto.

E non può che emergere l’estrema duttilità dei numeri pur all’interno delle tante regole della matematica, regole che però sono in continua evoluzione e ci permettono di creare modelli, operazioni, sistemi sempre più complessi e fantasiosi.

Germano Pettarin da matematico e divulgatore per professione e passione ci mostra proprio questo lato meno conosciuto dell’universo numerico, quello della fantasia, dell’intuizione, della ricerca costante del nuovo. Si diverte a costruire filastrocche, a giocare coi numeri, coi loro nomi e le loro peculiarità. E ci ricorda come la matematica possa essere un modo per addestrare la mente alla logica, al calcolo, all’indagine. Non a caso i grandi filosofi spesso erano anche matematici di rilievo perché proprio indagando i numeri e le loro combinazioni allargavano i confini della loro ricerca.

La matematica, in fondo, conosce il concetto di infinito che ritroviamo poi nel pensiero filosofico, nella religione, nell’arte. Una materia che esplora infiniti orizzonti e infinite possibilità potrà mai, allora, essere arida e noiosa?

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Roberto Roveda
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