A San Gavino c'è persino il corso di difesa personale e gli iscritti sono sempre tanti anche perché fa comodo conoscere qualche mossa di judo quando si va a ritirare la pensione alle Poste. Ovunque in Sardegna lezioni di pasticceria, ceramica, ballo sardo, ginnastica dolce, materie di contorno al programma di studio che prevede corsi di archeologia, storia, filosofia, lingue straniere e informatica.

L'ESERCITO DEI CYBERNONNI - Trentasei sedi in tutta l'Isola e migliaia di iscritti, si capisce perché in una regione dove gli over 65 sono quasi 390mila e l'indice di vecchiaia conta 212 anziani per 100 giovani. Da Quartu, la sede col maggior numero di iscritti (quasi duemila, per la precisione 1.819) a Oristano (233), da Olbia (mille) a Serramanna (236), a Cagliari (440 allievi), l'Università della terza età è la trincea di quello che gli esperti chiamano invecchiamento attivo. Il posto giusto per chi, raggiunta la pensione, vuole mantenere attivi il corpo e il cervello combattendo al tempo stesso la solitudine. "C'è la spinta culturale e, molto importante, quella della socializzazione", conferma Gianfranco Dongu, 71 anni, ex dirigente di un'azienda di telecomunicazioni, presidente dell'Unitre di Quartu e del Crutes, il comitato regionale delle sedi ("Quelle che hanno aderito sono 31") nato nel 2017. Di lingue e informatica, per dire, si fanno diversi corsi. "Informatica, soprattutto, è una materia molto richiesta: ogni anno abbiamo almeno 200 iscritti. Un successo legato a un'esigenza primaria dei nostri soci che è quella di padroneggiare computer e smartphone per coltivare interessi e relazioni".

LEZIONI E VIAGGI - Ma chi sono gli iscritti all'Unitre? "In linea di massima possiamo dire che circa la metà dei soci ha una laurea e per la maggior parte si tratta di ex insegnanti. Poi - spiega il presidente del comitato regionale delle Università della terza età - ci sono i diplomati, e infine un buon 10 per cento di ex casalinghe che hanno dedicato la vita al marito e ai figli e che in gioventù non hanno potuto studiare. In associazione hanno la possibilità di esprimere le proprie passioni, di studiare, fare nuove amicizie e viaggiare". L'Unitre di Quartu fa in media sei uscite all'anno: a novembre si va in Giappone, altri due gruppi partiranno per il Vietnam e la Cambogia. "Viaggi d'istruzione, perlopiù all'estero, e anche qui - dice Gianfranco Dongu - c'è la valenza non solo culturale della trasferta. Sa quanti anziani non viaggiano perché non hanno con chi partire?".

LO STUDENTE CENTENARIO - È quel che dice anche Giovanna Casapollo, 73 anni, di Nurallao, ex insegnante di Lettere e direttrice dell'Unitre di Isili, 150 allievi che arrivano pure da Villanovatulo, Laconi e Gergei. "Quest'anno siamo stati in Portogallo e tra poco parte un gruppo di quaranta soci per l'Emilia Romagna. La gente vuole stare insieme e ha sete di conoscenza". Qui per la maggior parte gli iscritti sono donne: "Centoventi su 150. Tante anziane, ma abbiamo diverse socie più giovani, anche cinquantenni". Il socio più anziano è però un uomo, il decano degli allievi dell'Unitre: "Si chiama Antonio Piras e ha 100 anni".

Villacidro, Università della Terza Età (foto Archivio US)
Villacidro, Università della Terza Età (foto Archivio US)
Villacidro, Università della Terza Età (foto Archivio US)

Le aule multimediali A San Gavino, 150 iscritti e una ventina di materie di studio, c'è anche un corso di restauro di libri antichi. Il docente è un ex tipografo che tiene le sue lezioni in una delle tre aule concesse dal Comune al piano superiore delle scuole elementari "Fermi" che l'Unitre ha attrezzato come laboratori multimediali con computer e proiettori. "Storia e archeologia sono comunque i corsi più amati anche perché alle lezioni teoriche si affiancano le visite sul campo", spiega il presidente Salvatore Manno, 68 anni, ex docente di filosofia che, come tanti suoi colleghi iscritti all'associazione è allo stesso tempo socio e insegnante. "Quest'anno - racconta - terrò un corso sulla Divina Commedia". Qui per statuto si è aperti anche ai quarantenni. "Facciamo una tessera gratuita per i giovani. Per il resto abbiamo allievi dai 50 agli 85 anni, uomini e donne, laureati e con la quinta elementare. Per noi è un punto di orgoglio".

I FINANZIAMENTI REGIONALI - La Regione ha stanziato 300mila euro per le Università della terza età, con un incremento di 100mila euro rispetto al 2018. Lo stanziamento per il sostegno alle attività didattiche e culturali dell'anno accademico 2019-20 sarà ripartito in base al numero di iscritti nell'anno accademico 2018-2019 (il 35%), all'indice di vecchiaia, cioè iscritti con età superiore o uguale a 65 anni (il 30%), e al numero delle sedi staccate con almeno 15 iscritti (il 5%). Il restante 30% del finanziamento sarà ripartito in parti uguali.

"Le Università della terza età sviluppano un'intensa e meritoria attività nel campo dell'educazione permanente", ha detto l'assessore regionale alla pubblica istruzione Andrea Biancareddu. "Queste associazioni non hanno carattere elitario e possiedono un bacino di utenza composito, offrendo possibilità di apprendimento, socializzazione e approfondimento culturale a tutti - ha aggiunto l'assessore -. La Regione gli riconosce un ruolo di particolare rilevanza per la più ampia diffusione della cultura e della tradizione. In alcuni Comuni sardi, per svariati fattori (carenza di strutture, isolamento geografico, emigrazione e spopolamento), le Università della terza età rappresentano un fondamentale punto di riferimento dopo l'attività lavorativa e un riconoscimento al ruolo che la cultura può avere nella qualità della vita".
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