"Una modesta proposta" di Swift, provocatoria satira dell’autore dei "Viaggi di Gulliver"
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Jonathan Swift (1667-1745) è unanimemente conosciuto per "I viaggi di Gulliver", capolavoro della letteratura fantastica che ha conquistato generazioni di lettori.
Molto meno popolare è il resto della produzione di quello che è unanimemente considerato il più grande scrittore satirico della letteratura inglese.
Swift, infatti, è stato un grande maestro della provocazione letteraria, della dissacrazione, del politicamente scorretto come ben dimostra la sua più celebre satira, "Una modesta proposta" (Marsilio Editori, 2015, Euro 10,00, pp. 82), scritta nel 1729 e oggi riproposta in una nuova versione critica con testo inglese a fronte.
Lo spirito che anima questo piccolo capolavoro è subito chiaro una volta spiegata la “modesta proposta” del titolo. L’autore, viste le disperate condizioni in cui si vive in Irlanda a causa del malgoverno inglese, suggerisce una via semplice e vantaggiosa per evitare che i figli degli irlandesi indigenti siano di peso ai genitori e al Paese.
La soluzione proposta è che i prolificissimi irlandesi mettano in vendita i loro figli perché servano da cibo sulle tavole dei ricchi.
In questo modo le famiglie povere guadagnerebbero più soldi, avrebbero di che nutrire i bambini prima di venderli belli grassi e l’alimentazione dei benestanti diverrebbe più varia.
Alla fine ci sarebbe quindi un vantaggio per tutti, governo inglese compreso, che potrebbe così perseverare senza problemi nella sua indifferenza verso l’Irlanda.
La proposta di Swift, volutamente macabra e urtante, all’epoca scatenò le ire dei benpensanti e dei “parrucconi” di Londra, personaggi di cui l’autore smascherava con il suo libercolo il perbenismo, l’ipocrisia, l’egoismo malvagio.
Swift sapeva che non bastava la denuncia, per quanto indignata, a smuovere le acque. Decise quindi di ricorrere a un pugno nello stomaco ben assestato.
Un pugno celato sotto le spoglie di un piccolo saggio lucido, razionalissimo e allo stesso tempo folle, come folli erano le condizioni di vita in Irlanda in quel tempo.
Pagina dopo pagina leggiamo i dati, i calcoli e le statistiche con cui Swift supporta la sua “modesta proposta”. Fornisce pesi e prezzi a cui vendere i bambini in modo che il sistema di compravendita porti guadagno a tutti. Presenta perfino ricette per cucinare i piccoli!
Insomma nel libro non si pongono limiti alla satira, che è affilata come un pugnale pensato per colpire la mente più che le emozioni.
Letto a quasi tre secoli dalla sua elaborazione, il pamphlet swiftiano non ha perso la sua carica corrosiva ed eversiva. Soprattutto non ha perso la sua attualità perché parla di Irlanda ma sembra volerci ricordare i simboli delle indifferenze, ottusità ed egoismi del nostro tempo: i campi profughi, i barconi sul Mediterraneo, le spiagge ricoperte di cadaveri.
Follie a cui anche noi, come i potenti inglesi del tempo di Swift, sembriamo oramai abituati.
Roberto Roveda