Una laurea? Non basta. Una carriera brillante, neppure. E men che meno torna utile l'aver ricoperto incarichi prestigiosi, fatto scoperte scientifiche, portato a casa primati in campo medico, sportivo o sociale.

A farcela in alcuni casi sono le sante, ma l'unico modo sicuro per assicurarsi il diritto a una via che porti il proprio nome per una donna è quello di essere stata una giudicessa alla fine del XIV secolo oppure essere nata a Nuoro nel 1871 e aver vinto il premio Nobel per la letteratura nel 1926. Ma poiché Eleonora d'Arborea e Grazia Deledda, uniche donne onnipresenti nelle strade di tutta l'Isola, sono casi irripetibili le ambizioni femminili in fatto di toponomastica sembrano destinate a rimanere frustrate.

A Cagliari, su 1.522 strade, 787 sono intitolate a uomini più o meno famosi e 64 a nomi di donne.

A interessarsi della faccenda sono stati i bambini della scuola di Santa Caterina che hanno seguito un percorso tracciato per loro dalla maestra di Italiano e Storia, Carmen Sulis. «La discriminazione di genere è dappertutto: nella toponomastica come nei libri. Abbiamo condotto anche una ricerca sulla grammatica di testo. Nelle frasi da sottoporre ad analisi logica ci sono 71 personaggi di donna e ben 169 di uomo. Ora che i bambini hanno imparato a guardare con occhio critico sono i primi a notare questa disparità».

In attesa di avviare il progetto che li accompagnerà nell'anno scolastico appena cominciato, i piccoli esperti di linguaggio di genere ripassano quel che è stato fatto negli anni precedenti quando hanno passato al setaccio le vie e le piazze del quartiere in cui si trova la loro scuola. A Castello sono nove i nomi di uomini e tre quelli di donne con uno "scippo" che a loro non è proprio andato giù. La piazza sulla quale si affaccia la loro classe, quella che un tempo ospitava l'omonimo monastero, era dedicata a Santa Caterina ma qualche anno fa è stata ribattezzata piazza Goffredo Angioni, medico. Lontani dal voler innescare qualunque polemica, i bambini hanno inviato una lettera al sindaco Massimo Zedda per rimettere a posto le cose.

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Qualche risultato però gli alunni lo hanno già ottenuto. Dopo aver ispezionato il Villaggio pescatori e constatato ancora una volta la discriminazione subita dal genere femminile hanno sottoposto la questione al primo cittadino che ha dedicato tre strade rimaste senza nome ad altrettante donne: Joyce Lussu, Rosa Luxemburg e Maria Piera Mossa.
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