Donna davvero speciale, Susanna Loi Zedda nonostante le prove dei due conflitti mondiali riuscirà a compiere, solamente con le proprie forze e il grande calore familiare, un'impresa senza precedenti: aprirà la prima scuola della Trexenta, punto di riferimento per migliaia di giovani.

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Susanna Loi Zedda nasce nel 1910 in una famiglia della trexentina, primogenita di una dinastia di artigiani dolciari della piccola borghesia di Senorbì.

Di stampo convintamente monarchico, i genitori della bimba, prima di sette figli, la coinvolgono sin dalla più tenera età e come un adulto nelle narrazioni della storia attraverso la lettura dei giornali. Susanna ascolta rapita, desiderosa di esser parte attiva di quel mondo di inchiostro che è finestra sulla storia e sulla vita della sua gente.

A poco meno di 10 anni invia i suoi primi racconti alla celebre rivista del "Corrierino" che, oltre a pubblicare le sue gustose storielle, ne tratteggia un lusinghiero profilo biografico, tanto da renderla famosa nel suo paese.

La sua attività di piccola scrittrice è anche felice occasione per la nascita di profonde amicizie, come quella con la sorella di Nicola Abbagnano, grande filosofo italiano.

Le male lingue non tardano però a muovere pungenti osservazioni verso l'ambizione di una giovane che pare avere troppi grilli per il capo e non vestirsi dei panni della terra. Il suo destino è lavorare nell'azienda familiare ed è già fortunata ad esser benestante: perché provocare la provvidenza?

In un ambiente in cui le risorse economiche sono esclusivamente riposte nella terra, Susanna capisce che per i propri sogni letterari non c'è posto. Ma babbo Pietro non sopporta che gli occhi della sua bimba si spengano a causa di un destino segnato e la manda quindi a studiare a Cagliari, affidandola alla nonna.

Durante la Seconda Guerra mondiale Susanna si laurea in Lettere con una tesi su "Catullo e il romanzo amoroso". Corona il suo sogno divenendo un'insegnante e continuando ad animare la vita culturale del suo paese natio, e dell'intera Trexenta, attraverso convegni, dibattiti, conferenze, oltre alla redazione di numerosi articoli su quotidiani e riviste.

Susanna è amata per il suo animo puro, la sua passione per la cultura, la sua tempra indipendente e pugnace, il suo essere donna moderna in un mondo che fatica ad uscire da retaggi, consuetudini, idee proprie di un ambiente rigido e poco incline alla modernità.

L'idillio si spezza quando le bombe angloamericane divorano la Sardegna meridionale e l'insegnante di Senorbì, così come migliaia di altri sfollati, abbandona il sud per rifugiarsi in Barbagia. Trova ospitalità a Tonara, presso la casa del buon Tatano Sau e della sua famiglia, persone che ricorderà per tutta la vita.

Sono questi gli anni in cui matura la piena consapevolezza di avere gli strumenti per aiutare la sua terra e, quando ancora non è in atto la riforma che rende l'istruzione secondaria obbligatoria, decide di fondare la prima scuola media di tutta la Trexenta, nella quale è preside e infaticabile insegnante.

Gli esiti della scelta temeraria di Susanna Loi Zedda, irriducibile sognatrice di Senorbì, sono facilmente intuibili in termini di ricaduta professionale per intere generazioni di studenti.

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