Scordarsi la classica e ormai superata esposizione museale con la fila di teche strapiene di reperti inondati da una uniforme luce bianca. Nella mostra “Sulle tracce di Clemente” archeologia ed etnografia fanno rima con fantasia, arte e identità raccontata in maniera contemporanea.

“Colpire il visitatore e suscitare emozioni”: questo l'obiettivo (centrato) dello stilista Antonio Marras che insieme alla moglie Patrizia ha allestito la mostra nel padiglione Clemente, dedicato all'ebanista e mecenate sassarese che nel 1947 donò la sua ricca collezione al Museo “Sanna” di Sassari.

(foto G. Marras)
(foto G. Marras)
(foto G. Marras)

Elisabetta Grassi, direttrice del museo, evidenzia: “Riapriamo il museo con una mostra straordinaria che sarà visitabile da sabato previa prenotazione e resterà esposta per un anno”.

Gli abiti tradizionali formano lunghissime file, i gioielli e i manufatti sono accostati con senso artistico e non cronologico. E all'ingresso del padiglione una gigantesca “dea madre” fatta da tante gonne dell'abito tradizionale sardo, con in cima una modella.

(foto G. Marras)
(foto G. Marras)
(foto G. Marras)

Il percorso della mostra, su due piani, è arricchito al commento musicale di Paolo Fresu. I pannelli hanno il QR code che consente di ascoltare le storie di sei scrittori composte su altrettanti oggetti della collezione Clemente. Gli scrittori sono Marcello Fois, Elvira Serra, Flavio Soriga, Bianca Pitzorno, Francesco Abate e Antonella Anedda.

(foto G. Marras)
(foto G. Marras)
(foto G. Marras)

Alla presentazione sono intervenuti anche Francesco Muscolino, direttore della Direzione regionale Musei Sardegna, Salvatore Rubino, vice presidente della Fondazione di Sardegna che ha finanziato l'iniziativa e Geppi Cucciari, come madrina della mostra, che ha detto: “Non so cosa vedrete, ma so che ve lo ricorderete per sempre”.

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