Linee dritte e linee oblique, tagli di luce e spigoli. Un'atmosfera cupa e spettrale sul palco, in sintonia con la partitura creata da Giuseppe Verdi per l'opera che attinge al dramma di Shakespeare. In una sola parola: omogeneità tra regia (Andrea Cigni), scenografia (Dario Gessati e le luci di Fiammetta Baldisserri) e musica. Meritati e sinceri gli applausi del Comunale di Sassari per il “Macbeth” che ha aperto la stagione autunnale organizzata dall'ente Marialisa de Carolis.

Davvero notevole il lavoro fatto in scena: dominano neri, grigi e verdi scuri. Staccano gli abiti bianchi degli spettri, ma soprattutto irrompe il rosso di una vicenda sanguinaria: il re Duncan assassinato, steso nel drappo vermiglio, i re insanguinati che appaiono a Macbeth nel suo delirio, quel carminio che non va via dalle mani per quanto le si lavino, come il rimorso per le uccisioni spronate dall'ambizione di Lady Macbeth, una Gabrielle Moulhen magnetica sulla scena per capacità attoriali. Esperta e matura la voce baritonale del Macbeth interpretato da Franco Vassallo, che dà il meglio nell'ultimo atto.

Bel timbro quello del tenore Gianluca Terranova (Macduff) ammirato già in tv per l'interpretazione del leggendario Caruso. Applausi anche per il basso Dario Russo (Banco), il soprano sardo Elena Schirru (dama), Mauro Secci (Malcom) e Marco Solinas (domestico).

Dalla buca Michelangelo Mazza ha ben diretto l'orchestra del de Carolis nella esecuzione non semplice di un'opera dove è fondamentale il dialogo con i cantanti sul palco. Il coro è stato preparato da Antonio Costa.

Un'apertura in grande stile insomma, caratterizzata anche dal brindisi di benvenuto agli spettatori offerto nel foyer.

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