Conservano ancora il fascino dei colori originali lontano circa 2600 anni orsono, e addirittura il suggello che volle imprimere lo stesso artista, capaci di superare i secoli e di arrivare sino ai giorni nostri. Sono i quattro meravigliosi vasi, frutto di una eccezionale scoperta nel nuraghe Sirai di Carbonia e testimonianza per la prima volta di un unicum del genere: sono infatti di matrice nuragica ma con chiari rimandi all'arte fenicia che si era insediata nei pressi forse qualche decennio prima.

I quattro manufatti, due quasi perfettamente completi, sono stati presentati oggi al Museo Archeologico di Carbonia per il primo di 12 appuntamenti finalizzati a mettere in mostra reperti mai esposti al pubblico e in questo caso frutto dei recenti scavi condotti dalla equipe dell'archeologa Carla Perra nel nuraghe Sirai di Carbonia. "I manufatti - spiega la scienziata - sono inquadrabili fra il 625 e il 580 avanti Cristo e rappresentano una tipologia nuova mai comparsa sulla superficie di alcuno scavo: le anfore rappresentavano perciò per l'epoca forme inedite, e abbiamo capito subito che ci trovavamo davanti a qualcosa di nuovo".

Le anfore nuragico fenice (L'Unione Sarda - Scano)
Le anfore nuragico fenice (L'Unione Sarda - Scano)
Le anfore nuragico fenice (L'Unione Sarda - Scano)

I reperti provengono da aree del nuraghe adibite a officine vetro e pelli, e potrebbero essere stati commissionati da chi desiderava un oggetto di fattezze nuragiche unite a motivi fenici. L'evento è stato aperto dal sindaco Pietro Morittu e dalla dirigente della Sovrintendenza Sabrina Cixi ed è stato organizzato dal Comune e il Consorzio sistema Cultura. I preziosi e rarissimi reperti rimarranno visitabili al museo di villa Sulcis per un mese. 

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