Torna Barbarighinu, il trekking storico-naturalistico che si arricchisce di una chicca ambientale da visitare, il nuovo Parco Leari, dall’omonimo nuraghe nelle montagne scanesi.

Domenica 18 inaugurazione della nuova stagione con il viaggio entusiasmante nell'antico sentiero dei banditi del Montiferru, che si immerge nei boschi secolari del Montiferru, tra lecci e querce, sorgenti d’acqua cristallina, spelonche e anfratti che servono da ricovero per volpi e martore, mufloni e cinghiali. Un trionfo della natura che ospiterà i primi visitatori di quest’anno che vedranno anche i siti archeologici e conosceranno la storia degli antichi abitanti del Montiferru.

Proprio in questi luoghi incantati dove l’anima ritrova la pace con sé stessa, stretta in un rassicurante abbraccio, la passeggiata storico-naturalistica per ritrovare un contatto genuino con la natura selvaggia, dove il tempo si ferma, per poter godere del presente e ascoltare i soavi suoni della natura, senza stress. Un ambiente ancora incontaminato che a Scano Montiferru hanno valorizzato da una decina d’anni e fanno conoscere a tanti visitatori amanti della montagna, che oggi calpestano i sentieri che secoli fa erano battuti da spregiudicati e feroci briganti, e dai pastori erranti che praticavano la pastorizia nomade.

Cinque le tappe del trekking Barbarighinu attraverso 8 chilometri di agevole passeggiata per farsi rapire dalle bellezze della montagna scanese, tra rigogliosi boschi di lecci dove il sole fatica a penetrare, e dove le sorgenti cristalline danno ristoro a cervi, volpi e martore.  Durante il tragitto, ad ogni sosta, gli escursionisti vengono trascinati in affascinanti racconti della montagna, le bardane dei banditi, gelosamente custoditi e tramandati di padre in figlio. Appuntamento domenica 18 alle 9 di mattina a Scano, poi partenza per la passeggiata, circa sei ore di  immersione nella natura incontaminata, un viaggio esperienziale alla scoperta della montagna scanese.

Le tappe:

Leari (847 metri) dove sorge l’omonimo nuraghe, antico villaggio tardo-nuragico, probabile rifugio della tribù Olea. La sorgente de su Laccheddu Biancu, area di ristoro rinomata dove sgorga un’acqua cristallina dalle rocce basaltiche. Balere s’istrampu, piccola e suggestiva cascata che forma un minuscolo lago, dove una volta gli scanesi imparavano a nuotare. La scenografica sa Roca Traessa, un dicco vulcanico a 800 metri d'altitudine, dove sorge su suile de sas Portas, si fa sosta per il pranzo. Sa Roca de s’Òmine, una suggestiva e misteriosa rupe che ricorda sembianze umane. Nuraghe e Parco Leari:  immerso nella natura dove si sviluppa l’agricoltura di montagna, i visitatori potranno fare pranzo nell’area pic-nic, vivendo a stretto contatto con la natura inviolata, ammirando gli animali del parco: l' asino sardo, l'asino dell'Asinara e le caprette.

Barbarighinu è un trekking storico-ambientalistico, «più iniziatico che turistico perché i visitatori sono compagni di viaggio che iniziano ad avere coscienza della nostra cultura», spiegano gli organizzatori dell’omonima associazione culturale, gli scanesi Antonio Flore Motzo, Antioco Milia, Maria Francesca Flore e Pietro Manca.

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