Ai primi dell'Ottocento la loro rivalità era accesa e sentita come quella tra Prince e Michael Jackson. Entrambi precoci, entrambi capaci di ammaliare le platee. Tanto che un duello pianistico vero e proprio venne organizzato il 31 marzo 1837 a Parigi approfittando della visita della Principessa Cristina di Belgiojoso. Fu un duello memorabile e il commento della Principessa fu: "Thalberg è il primo pianista al mondo. Listz è l'unico". Ma se di Franz Liszt si sa moltissimo, meno ricordato è il connazionale austriaco Sigismund Thalberg, conosciuto come “il pianista con tre mani” per la particolare tecnica da lui elaborata che le permetteva di suonare creando l’illusione di tre linee musicali indipendenti.

L'anteprima della stagione concertistica organizzata dall'ente Marila de Carolis ha proposto al Comunale di Sassari l'originale progetto "Quel che resta del genio", che ha riscosso plauso pari all'attenzione. 

Sul palco il pianista narratore d’eccezione e voce di RaiRadio 3. Ad aprire l’incontro è stata una introduzione storica di Antonello Mattone, storico e presidente dell'ente sassarese. 

Alla vita del genio musicale si intreccia, nel racconto di Nicolosi e Valanzuolo, l’opera di Efisio Marini, controverso medico sardo chiamato “il pietrificatore” per la particolare tecnica di imbalsamazione da lui messa a punto. Per volontà della vedova di Thalberg, Marini si occupò della conservazione del corpo del pianista dopo la sua morte. 

La maestria di Nicolosi nell’affrontare i brani più noti del repertorio di Thalberg tra cui Il concerto in fa minore op 5les Soirées de Pausilippela fantasia sul Mosè di Rossini si unisce alla narrazione incalzante, densa di particolari di Valanzuolo che nel testo, scritto per questo progetto, da voce all’io narrante di Marini. 

 Il concerto si è concluso con un acclamato bis sulle note di una vivace tarantella.

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