La Schola Armaturarum di Pompei riapre al pubblico.

L'edificio, tragicamente collassato nella parte superiore il 6 novembre 2010, rinasce grazie al lavoro dei restauratori, con l'apertura prevista a partire dalla giornata di domani e, al momento, riservata a gruppi contingentati di visitatori.

Si tratta di un primo passo verso un più articolato progetto di fruizione e di musealizzazione del sito archeologico, esteso anche ai vani retrostanti, che consentirà di vedere i dipinti e gli oggetti nel loro luogo di rinvenimento.

Le operazioni di scavo (Ansa)
Le operazioni di scavo (Ansa)
Le operazioni di scavo (Ansa)

LA STORIA - Scavata da Vittorio Spinazzola tra il 1915 e il 1916, la Schola Armaturarum era probabilmente l'edificio di rappresentanza di un'associazione militare, come si evince dalle decorazioni e dalle armi rinvenute al suo interno.

Gli ultimi scavi eseguiti per la messa in sicurezza delle strutture, sembrano rafforzare questa ipotesi. Sul retro dell'edificio sono infatti venuti alla luce ambienti di servizio dove si custodivano anfore contenenti olio, vino pregiato e salse di pesce provenienti dal Mediterraneo (Creta, Africa, Sicilia, Spagna), prodotti di qualità da servire in occasioni conviviali o di rappresentanza.

Alcuni reperti riemersi dalle operazioni di recupero (Ansa)
Alcuni reperti riemersi dalle operazioni di recupero (Ansa)
Alcuni reperti riemersi dalle operazioni di recupero (Ansa)

L'edificio, prima del crollo del 2010, era già stato minato dai bombardamenti alleati del '43, quando la struttura venne semidistrutta e andarono perduti in maniera irreparabile gran parte degli apparati decorativi.

Nei successivi restauri condotti da Amedeo Maiuri tra il 1944 e il 1946, si procedette a una ricostruzione integrale delle pareti laterali fino a 9 m di altezza e alla realizzazione di una copertura piana in cemento armato. Come accaduro per molti restauri dell'epoca, l'intervento ricostruttivo, finalizzato a riproporre i volumi originari dell'edificio, fu tuttavia eseguito con materiali impropri (ferro e cemento) rispetto alle tecnologia costruttiva antica.

I CROLLI - L'indagine della Procura non ha individuato cause o responsabilità del crollo del 2010, ma sembra probabile che il collasso fu determinato da una serie di concause, aggravate dall'intensità delle piogge di quei giorni: il probabile malfunzionamento dei sistemi di smaltimento dell'acqua e il conseguente peso eccessivo della copertura moderna; la spinta del terreno retrostante; l'incompatibilità dei materiali utilizzati nella ricostruzione postbellica; la mancanza di un sistema programmato di monitoraggi e manutenzione.

(Unioneonline/v.l.)
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