È la mattina del 2 novembre 1975 e su una spiaggia di Ostia viene ritrovato il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini, barbaramente ucciso e abbandonato senza pietà dai suoi assassini. L'Italia bigotta di allora si sveglierà al grido di "hanno ammazzato Pasolini", dividendosi ancora una volta tra chi compiange la grande voce della cultura italiana e chi sostiene che in fondo con la sua vita sopra le righe se la sia cercata.

Del resto, nessuno può negare che il Pasolini poeta, regista e scrittore sia stato tra gli intellettuali più discussi di sempre, uomo fuori dal coro e provocatore irriverente, additato dai cattolici per la sua scandalosa e mai negata omosessualità, inviso al mondo della politica, a destra come a sinistra, soprattutto dopo aver gridato dalle pagine di Corriere un'accusa spietata in materia di stragismo e strategia delle tensione.

Un uomo scomodo, insomma, incapace di assoggettarsi alla moralità corrente o tacere sulle grandi questioni nazionali, coerente con se stesso, da vero battitore libero dell'opinione pubblica italiana.

Le critiche al suo stile di vita e ai suoi "vizi" sessuali si sono sprecate, ma in pochi hanno osato mettere in dubbio il talento visionario dell'intellettuale, dello scrittore e del regista, e tra gli amici in molti hanno più volte tentato di mettere in guardia il fragile Pasolini dalle "cattive" frequentazioni, pregandolo di sottrarsi in tempo da quei ragazzi di borgata, prima che fosse troppo tardi.

Il 2 novembre del 1975 veniva ritrovato sul litorale di Ostia il cadavere di Pier Paolo Pasolini. Nella foto il regista sul set de "Il Porcile"
Il 2 novembre del 1975 veniva ritrovato sul litorale di Ostia il cadavere di Pier Paolo Pasolini. Nella foto il regista sul set de "Il Porcile"
Il 2 novembre del 1975 veniva ritrovato sul litorale di Ostia il cadavere di Pier Paolo Pasolini. Nella foto il regista sul set de "Il Porcile"
Pasolini durante le riprese del film "Accattone"
Pasolini durante le riprese del film "Accattone"
Pasolini durante le riprese del film "Accattone"
Con l'amica Anna Magnani
Con l'amica Anna Magnani
Con l'amica Anna Magnani
Un intenso primo piano di Pier Paolo Pasolini
Un intenso primo piano di Pier Paolo Pasolini
Un intenso primo piano di Pier Paolo Pasolini
Il processo al film "Ricotta" di Pasolini per "vilipendio alla religione"
Il processo al film "Ricotta" di Pasolini per "vilipendio alla religione"
Il processo al film "Ricotta" di Pasolini per "vilipendio alla religione"
Lo scrittore e regista Pasolini a spasso per Roma negli anni '60
Lo scrittore e regista Pasolini a spasso per Roma negli anni '60
Lo scrittore e regista Pasolini a spasso per Roma negli anni '60
Con l'amica Maria Callas nel 1969
Con l'amica Maria Callas nel 1969
Con l'amica Maria Callas nel 1969
Pasolini al lavoro su un set
Pasolini al lavoro su un set
Pasolini al lavoro su un set
Con Gianni Morandi durante una partita di calcio, 1975
Con Gianni Morandi durante una partita di calcio, 1975
Con Gianni Morandi durante una partita di calcio, 1975
Sul set di "Medea" con Maria Callas
Sul set di "Medea" con Maria Callas
Sul set di "Medea" con Maria Callas
Maria Callas e Pier Paolo Pasolini sul set di "Medea"
Maria Callas e Pier Paolo Pasolini sul set di "Medea"
Maria Callas e Pier Paolo Pasolini sul set di "Medea"
Il cadavere di Pasolini sul litorale di Ostia
Il cadavere di Pasolini sul litorale di Ostia
Il cadavere di Pasolini sul litorale di Ostia
Il colpevole Pino Pelosi scortato dagli agenti durante un sopralluogo a Ostia
Il colpevole Pino Pelosi scortato dagli agenti durante un sopralluogo a Ostia
Il colpevole Pino Pelosi scortato dagli agenti durante un sopralluogo a Ostia

"Ti odiavo quando ti allontanavi su quella automobile con cui i tre teppisti t’avrebbero schiacciato il cuore. Ti maledicevo", scriverà Oriana Fallaci poco dopo la notizia della morte di Pasolini, unendosi al coro di quanti collegano l'omicidio del poeta ai suoi rapporti intimi con "i ragazzi di vita".

Una pista così semplice da portare in tempi rapidissimi al colpevole Pino Pelosi, il giovane borgataro che dirà di essersi difeso dalla tentata violenza sessuale di Pasolini, di averlo colpito selvaggiamente e quindi investito con quell’Alfa Romeo Gt coupé 2000 su cui appena poche ore prima era salito consenziente e consapevole.

Con l'amica Anna Magnani al Festival di Venezia del 1962 alla presentazione di "Mamma Roma"
Con l'amica Anna Magnani al Festival di Venezia del 1962 alla presentazione di "Mamma Roma"
Con l'amica Anna Magnani al Festival di Venezia del 1962 alla presentazione di "Mamma Roma"

La versione presenta diversi punti oscuri, e non poche voci fuori dal coro avanzano dubbi tirando in ballo piste politiche, legate alle ripetute accuse fatte da Pasolini ai poteri forti, di ogni colore e latitudine parlamentare. Impossibile poi che a ridurre in uno stato così diusmano il povero Pasolini sia stato un uomo solo, ma tant'è, Pelosi verrà condannato a 9 anni e sette mesi, chiamerà in causa altri personaggi delle borgate romane, si vedrà respinto un ricorso e poi la domanda di riapertura delle indagini.

Solo nel 2005, su richiesta di un parente di Pasolini, una nuova analisi del DNA sui vestiti dello scrittore permetterà di appurare la presenza di codici genetici diversi da quelli del Pelosi e tornare a parlare di un "branco" di assassini presenti quella mattina di novembre a Ostia.

Ma a distanza di 42 anni restano ancora molti misteri e la convinzione che l'uomo Pasolini, così come l'intellettuale, lo scrittore e il regista, fossero troppo in anticipo sui tempi e troppo "scomodi".

Così come resta aperto anche il dibattito tra estimatori e detrattori di Pasolini, su quanto si sia "cercato" una fine così brutale con la sua scabrosa condotta e con quel suo male di vivere che nel peccato cercava disperatamente la redenzione da chissà quale colpa.

(Redazione Online/b.m.)
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