Pasolini: 42 anni di mistero sulla morte dell'intellettuale più scomodo d'Italia
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È la mattina del 2 novembre 1975 e su una spiaggia di Ostia viene ritrovato il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini, barbaramente ucciso e abbandonato senza pietà dai suoi assassini. L'Italia bigotta di allora si sveglierà al grido di "hanno ammazzato Pasolini", dividendosi ancora una volta tra chi compiange la grande voce della cultura italiana e chi sostiene che in fondo con la sua vita sopra le righe se la sia cercata.
Del resto, nessuno può negare che il Pasolini poeta, regista e scrittore sia stato tra gli intellettuali più discussi di sempre, uomo fuori dal coro e provocatore irriverente, additato dai cattolici per la sua scandalosa e mai negata omosessualità, inviso al mondo della politica, a destra come a sinistra, soprattutto dopo aver gridato dalle pagine di Corriere un'accusa spietata in materia di stragismo e strategia delle tensione.
Un uomo scomodo, insomma, incapace di assoggettarsi alla moralità corrente o tacere sulle grandi questioni nazionali, coerente con se stesso, da vero battitore libero dell'opinione pubblica italiana.
Le critiche al suo stile di vita e ai suoi "vizi" sessuali si sono sprecate, ma in pochi hanno osato mettere in dubbio il talento visionario dell'intellettuale, dello scrittore e del regista, e tra gli amici in molti hanno più volte tentato di mettere in guardia il fragile Pasolini dalle "cattive" frequentazioni, pregandolo di sottrarsi in tempo da quei ragazzi di borgata, prima che fosse troppo tardi.
"Ti odiavo quando ti allontanavi su quella automobile con cui i tre teppisti t’avrebbero schiacciato il cuore. Ti maledicevo", scriverà Oriana Fallaci poco dopo la notizia della morte di Pasolini, unendosi al coro di quanti collegano l'omicidio del poeta ai suoi rapporti intimi con "i ragazzi di vita".
Una pista così semplice da portare in tempi rapidissimi al colpevole Pino Pelosi, il giovane borgataro che dirà di essersi difeso dalla tentata violenza sessuale di Pasolini, di averlo colpito selvaggiamente e quindi investito con quell’Alfa Romeo Gt coupé 2000 su cui appena poche ore prima era salito consenziente e consapevole.
La versione presenta diversi punti oscuri, e non poche voci fuori dal coro avanzano dubbi tirando in ballo piste politiche, legate alle ripetute accuse fatte da Pasolini ai poteri forti, di ogni colore e latitudine parlamentare. Impossibile poi che a ridurre in uno stato così diusmano il povero Pasolini sia stato un uomo solo, ma tant'è, Pelosi verrà condannato a 9 anni e sette mesi, chiamerà in causa altri personaggi delle borgate romane, si vedrà respinto un ricorso e poi la domanda di riapertura delle indagini.
Solo nel 2005, su richiesta di un parente di Pasolini, una nuova analisi del DNA sui vestiti dello scrittore permetterà di appurare la presenza di codici genetici diversi da quelli del Pelosi e tornare a parlare di un "branco" di assassini presenti quella mattina di novembre a Ostia.
Ma a distanza di 42 anni restano ancora molti misteri e la convinzione che l'uomo Pasolini, così come l'intellettuale, lo scrittore e il regista, fossero troppo in anticipo sui tempi e troppo "scomodi".
Così come resta aperto anche il dibattito tra estimatori e detrattori di Pasolini, su quanto si sia "cercato" una fine così brutale con la sua scabrosa condotta e con quel suo male di vivere che nel peccato cercava disperatamente la redenzione da chissà quale colpa.
(Redazione Online/b.m.)