Oltre 3mila e 500 chilometri quadrati sparsi per la Sardegna, 126 Comuni coinvolti, 1.200 progetti pronti a ricevere i finanziamenti comunitari, un patrimonio immobiliare da riqualificare a fini turistico-ricettivi o a scopi produttivi per favorire insediamenti in campo agroalimentare, della maricoltura e dell'economia circolare. Non solo: si lavora infatti alla Zona economica ambientale, una sorta di zona franca con vantaggi fiscali e finanziari per i territori, e ad alleanze con gruppi come Cirio e Gambero Rosso ma anche istituzioni regionali e locali, enti economici, associazioni di categoria, sindacati e consorzi.

Sono i numeri, i progetti e le ambizioni contenute nel Piano strategico di sviluppo del Parco nazionale geominerario storico e ambientale della Sardegna, che su questi elementi si proporrà entro il 30 ottobre per un finanziamento comunitario da 126 milioni di euro e che si candida per entrare nella rete mondiale dei geoparchi dell'Unesco. Impegnato in un tour che ha già compiuto diciotto tappe in giro per l'isola, oggi il presidente del Parco geominerario, Tarcisio Agus, ha fatto tappa a Sassari insieme a Pierpaolo Pani, il consulente che ha disegnato il Piano. Entrambi si sono confrontati con il Comune, la Camera di Commercio e numerosi attori economici ai quali hanno illustrato le misure del Piano, che intende sostenere le imprese dei territori del Parco con misure dedicate alle imprese esistenti, alla creazione di nuove e al sostegno per le politiche di sviluppo degli enti locali.

L'idea è la creazione del Distretto agroalimentare di qualità attraverso risorse comunitarie, nazionali e regionali, un brand per le "eccellenze dei Parchi della Sardegna", lo sviluppo di green economy ed economia circolare, ma anche del settore turistico con agevolazioni alle imprese ricettive e di servizi puntando ad una rete di resort diffusi, alla transizione energetica verso le rinnovabili e alla riqualificazione urbana dei siti minerari.

"Attraversiamo l'Isola per sensibilizzare le comunità a rimboccarsi le maniche e sfruttare le risorse che l'Europa ci dà - spiega Agus - Intendiamo creare un substrato imprenditoriale che ci permetta di sviluppare economia nel territorio del Parco". Per Pani, "questa è una grande occasione per consentire alle popolazioni di uscire dall'attuale enorme disagio economico, finanziario e sociale".

(Unioneonline/F)
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