Alla fine Paolo Nori rinuncia al corso su Dostoevskij e dà l’addio all’Università Bicocca di Milano.

La conferma arriva in un post pubblicato nella serata di ieri e dopo che l’Ateneo aveva deciso di fare dietrofont sulla scelta di rimandare il corso tenuto dal docente, come comunicatogli in una email che ha fatto scalpore, adducendo per il posticipo motivazioni legate ad una “ristrutturazione” del corso.

“Il prorettore di Bicocca Casiraghi racconta i motivi per cui hanno sospeso il mio corso”, spiega Nori nel post. Per ‘ristrutturare il corso e ampliare il messaggio per aprire la mente degli studenti. Aggiungendo a Dostoevskij alcuni autori ucraini’”. "Non condivido questa idea che se parli di un autore russo devi parlare anche di un autore ucraino – prosegue Nori – ma ognuno ha le proprie idee. Se la pensano così, fanno bene. Io purtroppo non conosco autori ucraini, per cui li libero dall’impegno che hanno preso e il corso che avrei dovuto fare in Bicocca lo farò altrove”. Poi i ringraziamenti a “tutti quelli che si sono offerti” di ospitare il corso, cui lo scrittore fa sapere risponderà “a breve”.

Nori è stato invitato nelle ultime ore da altri atenei a tenere le stesse lezioni, da Pavia a Siena. E alla Iulm, dove insegna “Traduzione editoriale della saggistica russa”, i suoi studenti scrivono: “Condividiamo lo sconcerto per la scelta di Bicocca. Dostoevskij, pilastro della letteratura mondiale, non può essere improvvisamente accantonato soltanto perché russo”. “In un momento straziante per l’umanità, crediamo la letteratura russa sia farmaco e non veleno” proseguono poi i giovani, invitando la Iulm a chiedere a Nori di tenere seminari su Dostoevskij.

Ieri sul caso era intervenuto anche il ministro dell’Università Cristina Messa, che alla Bicocca ha fra l’altro ricoperto il ruolo di rettore: “Importante che si tengano le lezioni di Nori con l’appoggio dell’ateneo”, aveva spiegato, aggiungendo che Dostoevskij “è patrimonio dal valore inestimabile e la cultura resta libero terreno di scambio e arricchimento”.

(Unioneonline/v.l.)

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