Se qualcuno facesse cenno a qualsiasi fatto storico accaduto a Roma, e in gran parte dell'Europa, fra il 5 e il 14 ottobre 1582, parlerebbe del nulla. E per un semplice motivo: quei giorni non sono mai esistiti, inghiottiti in una sola notte per volere di Gregorio XIII.

Per ricercare le motivazioni di una simile decisione occorre tornare proprio al finire del XVI secolo, quando il dibattito su un'efficace riforma del calendario era entrato in una fase di particolare delicatezza e attenzione. Il vecchio calendario "giuliano", emanato da Giulio Cesare nel 46 a.C., si rivelava infatti come "fallace": secondo i calcoli del matematico tedesco di origine gesuita Cristoforo Clavio, la durata di un anno "giuliano", 365 giorni e 6 ore, non era esatta, poiché l'anno solare medio è più corto di circa 11 minuti, portando così ad un accumulo di un giorno di ritardo ogni 128 anni. E nel 1582 la differenza, complici altri ulteriori aggiustamenti, andava a toccare i 10 giorni, con evidenti e fastidiose discrepanze: l'equinozio di primavera, ad esempio, cadeva undici giorni prima del 21 marzo, così scombussolando festività e abitudini.

Cristoforo Clavio optò dunque per un balzo cronologico che permettesse di recuperare questo vecchio ritardo, e la sua soluzione fu prontamente avallata dal Papa: una riforma così importante, e che in qualche modo interessava il mondo intero, era anche volta a ribadire il peso del papa e della sua Chiesa.

Roma si addormentò quindi il 4 ottobre 1582 per risvegliarsi il 15 dello stesso mese, secondo il nuovo calendario "gregoriano".

Nei Paesi cattolici quali Italia, Portogallo, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Polonia e Lituania la riforma prese piede immediatamente. La Francia attese un paio di mesi, e passò all’improvviso dal 9 al 20 dicembre di quel 1582. L'Austria e la Svizzera si allinearono poco dopo, rispettivamente nel 1583 e nel 1584. Per il resto dell’Europa e del mondo la riforma gregoriana del calendario arrivò dopo secoli, o non arrivò affatto.

Un curioso episodio di "cronaca", o forse meglio di "non cronaca" del passato, che vale la pena ricordare anche solo per celebrare, a distanza di molti anni, la figura di un sapiente, quella di Cristoforo Clavio, che sulla scia del suo stesso nome (dal latino clavis, "chiave") trovò la soluzione per riordinare il tempo e, forse, il mondo intero.

(Redazione Online/v.l.)
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