Ha conquistato la platea, con la sua gentilezza e le sue parole: «Essere qui è una grande soddisfazione: presentare il mio film a Nuoro, nella mia terra, per la prima volta in Italia. Non sognavo Roma o Milano, volevo proprio questo luogo che per me ha un sapore speciale». Sì, perché per Maria Elorza il legame con l’Isola è indissolubile. E sebbene sui documenti i rimandi alla Spagna siano evidenti, la regista sventola con orgoglio la sua sardità. Madre di Samugheo e un filo diretto con un’Isola che è sempre presente nel suo cuore e spesso nei suoi lavori. Ecco perché l’ottava edizione di IsReal ha regalato una partenza a effetto, con “A los libros y a las mujeres canto”.

Isola nel cuore

La giovane regista iberica ha catalizzato applausi e consensi. Il collaudato festival barbaricino non a caso ha deciso di aprire l’edizione del 2023 con la sua pellicola. «La Sardegna è per me assai importante, è la mia seconda casa», racconta: «Trovo tantissime ispirazioni, cerco di tornare molto spesso. A Samugheo è nata mia madre, una parte della mia famiglia. In tutti i miei lavori l’Isola ricorre con una certa continuità. Nel film presentato a Nuoro, per esempio, ci sono alcune immagini che sono state girate proprio qui e pure un pizzico di “canto sardo”». Elorza prosegue e svela: «Spero proprio, un giorno, di fare un film interamente in lingua sarda. È uno dei miei obiettivi». Intanto, con il suo ultimo lavoro ha conquistato l’auditorium del museo Etnografico, intitolato a Giovanni Lilliu. Tra applausi scroscianti e consensi.

Il documentario

“A los libros y a las mujeres canto” è un’opera che arriva dalla Spagna ma che trasuda sardità. È un appassionato e libero omaggio alle donne, al gesto rivoluzionario della lettura, che si addentra nello spazio intimo delle librerie domestiche. Il titolo parafrasa il primo verso dell’Eneide: “Alle armi e agli uomini io canto”. Maria Elorza puntualizza: «In questo caso, invece, diventa: “Ai libri e alle donne io canto». Qui le protagoniste sono donne, in testa Tonina Deias, la madre samughese della regista. Sopravvissuta alla “valanga letteraria” che caratterizza il film, nonché filo conduttore del racconto. Lei e Maria parlano nella lingua madre del genitore per registrare l’audio “fuori campo”. Un modo efficace per sottolineare l’importanza della voce e della narrazione orale, ma anche per la musicalità indiscussa che ha la lingua italiana. Il resto del cast è composto da tre amiche di Tonina Deias e dalla sorella di Maria Elorza, Anne (presente in sala a Nuoro). 

Fino all’11 giugno la Sardegna diventa un polo d’attrazione per cineasti e documentariste. Il presidente dell’Isre, Stefano Lavra: «Ci apriamo all’Isola e al mondo».

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