L’editoria per bambini e ragazzi è sempre alla ricerca di idee innovative per conquistare nuovi lettori. I silent book, libri silenziosi che non prevedono alcun testo scritto ad accompagnare immagini e disegni, sono una delle novità che sta prendendo piede negli ultimi anni. Si tratta di volumi, nella maggior parte dei casi pensati per i più piccoli, che raccontano una storia, ma lasciando piena libertà all’interpretazione e alla fantasia di chi legge. A confermarcelo è Paolo Proietti, illustratore di libri per bambini e autore di libri “muti”, tra i quali Vorrei essere (Edizioni il Ciliegio, 2017, Euro 12,50, pp. 28), storia per immagini su come sia bello fantasticare su cosa si darà da grandi: «Nei silent book il lettore diventa protagonista, riempie la storia di particolari ricorrendo alla propria inventiva e prendendo spunto dalle immagini, che sono la prima cosa capace di colpire l’attenzione, soprattutto dei lettori più piccoli».

Attenzione però: il silent book non è solo una carrellata di immagini. I libri senza parole rispettano una logica e sottendono una sceneggiatura con un principio, uno svolgimento, una conclusione. E rispondono a criteri ben precisi. Il primo è che le immagini devono essere ben riconoscibili anche da un lettore molto piccolo. Le illustrazioni delle varie pagine sono poi ben collegate tra di loro in una successione. La narrazione deve essere viva, ritmata, nonostante manchino le parole a sottolineare gli accadimenti e i cambi di scenario. Infine, i protagonisti si distinguono dagli altri personaggi e sono facilmente individuabili, solo grazie alla resa grafica, ai colori, alle caratterizzazioni. Questi libri diventano quindi il palcoscenico in cui gli illustratori possono dare libero sfogo alla propria creatività e capacità di rendere in maniera immediata anche situazioni complesse oppure emozioni, come spiega sempre Paolo Proietti: «Nei silent c’è un copione, che però può essere seguito più liberamente di quanto si fa quando c’è un testo scritto. Il disegnatore può aggiungere particolari a suo piacimento e può arrivare a trasmettere sensazioni magari non previste in fase di progettazione del libro”.

Ma quali sono i vantaggi per il lettore? Intanto si tratta di libri che possono essere facilmente compresi anche da bambini che non sanno leggere, bambini che possono così prendere confidenza con il genere narrativo senza per forza ricorrere all’aiuto di un adulto. Il piccolo lettore può inoltre allenare la sua fantasia “ricamando” e aggiungendo particolari alla storia che legge. Nel silent book si crea allora uno scambio creativo tra autore e lettore: il primo getta le fondamenta della storia, traccia il sentiero, che il secondo proseguirà svoltando a destra o a sinistra a suo piacimento. Viene così a crearsi una straordinaria alchimia per cui ogni nuovo lettore potrà creare una nuova avventura partendo dallo stesso libro prosegue Paolo Proietti: «Quello che accade è che ogni nuovo lettore scopre particolari nuovi, inaspettati nei disegni e nelle sequenze che compongono un silent book. Vale per i più piccoli, ma anche per gli adulti che possono ritrovarsi a raccontare storie diverse pur seguendo il filo conduttore dello stesso libro». Insomma, anche senza parole la narrativa sa regalarci magia…

Un dettaglio della copertina
Un dettaglio della copertina
Un dettaglio della copertina
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