La sua data di nascita ha in sé il suo destino: 2 giugno 1916, il giorno in cui - trent'anni esatti dopo - gli italiani sceglieranno la Repubblica. Una storia che lei stessa contribuirà a scrivere.

Nadia Gallico Spano, coraggiosa donna dai forti ideali antifascisti, ha portato lustro al nostro Paese e alla regione che l'ha adottata, la Sardegna.

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Il suo nome compare nell'olimpo delle donne che hanno cambiato l'Italia, accanto a personaggi come Nilde Iotti e Lina Merlin.

All'epoca della sua nascita nessuno avrebbe potuto prevederlo. Figlia di emigrati italiani residenti in Tunisia dalla seconda metà dell’Ottocento, Nadia Gallico viene alla luce a Tunisi durante la prima guerra mondiale.

Già da ragazza si interessa alla politica, iscrivendosi al Partito comunista assieme ai fratelli, Diana, Loris e Ruggero.

L'INCONTRO CON VELIO SPANO, IL RIVOLUZIONARIO GUSPINESE - A vent'anni la vita di Nadia cambia: in una sala da ballo un uomo perde la testa per lei a un solo sguardo, addirittura abbandonando la sala per non vederla danzare con altri.

È Velio Spano, convinto antifascista e reduce dalla guerra civile in Spagna. Nato a Teulada, Spano è stato inviato a Tunisi proprio dal Pci per promuovere l'attività politica contro Mussolini.

"Il carattere di sardo faceva capolino da dietro le convinzioni dell’uomo aperto all’eguaglianza e alla libertà delle donne", scrive Nadia nella sua biografia. "E comunque, da allora non ho più ballato".

Uniti dalla passione politica, i due si innamorano e si sposano nel 1939: una cerimonia molto intima e rapida. Dopo il fatidico "Sì", tornano frettolosamente a lavoro.

LA FINE DELLA GUERRA E IL VIAGGIO IN SARDEGNA - Il desiderio di tornare in Italia è forte, ma impossibile finché i fascisti sono al governo. Dopo la caduta del regime, nel 1943, gli Spano rientrano nel Paese e Nadia si concede il suo primo viaggio in Sardegna.

Con le figlie Paola e Chiara a Cagliari, 1949
Con le figlie Paola e Chiara a Cagliari, 1949
Con le figlie Paola e Chiara a Cagliari, 1949

L'occasione è una missione che le affidano le compagne del Pci: verificare la consistenza del movimento femminile sardo. Lei accetta con gioia e curiosità, "rafforzata dall’amore per Velio".

A Guspini, il paese rosso, dove suo suocero Attilio era stato per anni il segretario comunale, sono trecento le donne iscritte alla sezione del Partito Comunista.

Nadia resta colpita dal loro essere così "fiere e combattive", e continua il suo giro per l'Isola per altri due mesi.

LA COSTITUENTE - Dal gennaio al giugno 1946 si dedica alla campagna elettorale per la Costituente. Riunioni, comizi, liste: un impegno a cui si dedicherà con tutto il cuore, dividendosi tra l'attivismo, il marito e le loro bimbe, Paola e Chiara.

Nadia e Velio Spano a Montecitorio nel 1953
Nadia e Velio Spano a Montecitorio nel 1953
Nadia e Velio Spano a Montecitorio nel 1953

Il giorno delle elezioni è emozionatissima: "Velio votava dalla Sardegna e mi mandò due telegrammi di auguri". Vince la Repubblica e lei viene eletta per redigere la Carta costituzionale.

A Montecitorio resterà dieci anni, come parlamentare comunista, vivendo tra Roma e la Sardegna, dove sarà presidente dell'Unione delle donne sarde.

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