I cartelli che indicano il pericolo crolli sono ovunque. Come pure recinzioni e transenne. Ma basta avvicinarsi ai vetri rotti delle strutture per rendersi conto di come le strutture simbolo della storia mineraria stiano cadendo a pezzi.

Tanto che, quando si cammina tra le decine di ruderi di Monteponi, a Iglesias, si ha l'impressione di essere nel bel mezzo di un villaggio appena bombardato. La Sala compressori (che rientra nel patrimonio di Igea, la società controllata dall'assessorato regionale dell'Industria) è solo uno degli immobili simbolo dell'incuria: sistemata negli anni Novanta, a miniere ormai chiuse, era stata aperta alla città e utilizzata per attività culturali e scientifiche. Ora sta cadendo a pezzi.

Il geologo Luciano Ottelli è tra i maggiori conoscitori della storia mineraria, fa fatica a nascondere il disappunto mentre fa da guida in mezzo ai ruderi minerari. Dalla sala compressori all'impianto elettrolitico, passando per la fonderia e continuando con gli altri edifici industriali attorno: tutti danno l'effetto di un paesaggio post bombardamento.
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