Prendi lo spirito essenziale e pratico dei mobili Ikea.

Poi i segni della tradizione sarda, come le pavoncelle, i motivi floreali, i boes, gli occhioni tondi e concentrici dei giganti di Mont'e Prama.

Sposa i due universi, apparentemente inconciliabili, e avrai "Sardiska".

Quattro collezioni ricche di suggestioni e di sottile ironia, realizzate da sette studenti del corso di Product Design di Ied Cagliari, coordinati da Annalisa Cocco e Stefano Carta Vasconcellos.

Un team di designer che ha hackerato i democratici e universali mobili svedesi, imprimendogli una riconoscibile e originale impronta di radice isolana, impressa in nome della più assoluta modernità. A iniziare dai tagli laser, per finire con le stampanti in 3 D con le quali farsi le maniglie preferite.

TRIENNALE - Un lavoro di studio, ricerca, progettazione, tenuto a battesimo a novembre a Triennale di Milano, in occasione di "La luna è una lampadina", esposizione per i cinquant'anni dell'Istituto europeo di design, in bella mostra poi all'Ikea di Cagliari fino ai primi di dicembre, e prossimo ospite, sempre a Milano, del Salone del mobile.

Un progetto, apprezzato dalle più importanti riviste del settore, che coglie e marca la nuova tendenza: mettere un argine all'omologazione del tutto uguale a qualsiasi latitudine, lasciando sull'oggetto un segno personale, in questo caso, intelligentemente sardo.

"L'idea di fondo - racconta Annalisa Cocco, cagliaritana, figura di spicco del design - era di fare cose ispirate alla nostra tradizione che potessero varcare il mare. Bisognava seguire una coerenza stilistica, un linguaggio che connotasse, ma non troppo".

DUE ANIME - Facesse insomma vivere armoniosamente le due anime, la comodità svedese e i simboli archetipici di sardità.

Ecco che è nata "Sardiska", nome che strizza l'occhio agli impronunciabili termini svedesi dei mobili che arredano le nostre case, rendendogli al tempo stesso omaggio.

"Si è messa in moto una sorta di catena di idee e creatività - precisa ancora Annalisa Cocco - nella quale ciascuno ha svolto una parte preziosa e importante, designer, studenti, artigiani, azienda Ikea che ha creduto nel progetto. È stato molto interessante capire, strada facendo, come sia questo il nuovo modo di lavorare. Che lo si chiami coworking o fab lab, ormai è difficile che un progetto di qualità nasca dal colpo di genio del singolo. Le proposte più interessanti sono il frutto della collaborazione tra diverse figure".

Unite dal verbo hackerare, termine che nel mondo del design ha assunto il valore positivo di trasformazione, assalti in nome della bellezza, praticità, facilità di esecuzione.

QUATTRO COLLEZIONI - Sfrondate da elementi troppo folkloristici, ecco le quattro collezioni, i tavoli Lisabo "caratterizzati da una struttura leggera e dal colore semplice del legno. Con uno studio di orditi e tonalità di colori ispirati all'artigianato sardo, è stata elaborata una texture incisa, utilizzando i colori simbolo della tradizione: rosso, bruno e turchese".

C'è poi il mobile soggiorno Besta, una madia sulle cui ante sono state riprodotte fantasie ispirate alle geometrie dei tappeti sardi.

Le maniglie sono state stampate in 3D.

Si preferisce la pavoncella a un bell'occhio di Gigante? Non resta che scegliere.

La credenza Torhamm è testimone di un viaggio simbolico nella cultura iconografica sarda.

Sulle ante sono stati prodotti dettagli di colore e incisioni dell'artigianato locale.

L'esperimento del corso Ied si chiude con stoffe per cuscini Gurli e tende Metere: il triangolo, simbolo associato alla figura del Boes (bue) richiama le maschere del carnevale di Ottana ed è l'elemento geometrico protagonista. Basta comporli per evocare la magia di un rito antichissimo.

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