L’Uomo Albero di Bruno Meloni arriva in Piemonte
L’opera a Cisterna d’Asti per Creativamente Roero 2025Ha la forma di un gigante silenzioso, radicato nella terra e proteso verso il cielo. È l’Uomo Albero di Bruno Meloni, l’ingegnere-artista cagliaritano scelto per l’edizione 2025 di Creativamente Roero, il progetto di residenze d’artista che trasforma i borghi storici delle colline piemontesi in laboratori d’immaginazione e relazione.
Undici metri e ottantasei centimetri di struttura tralicciata in acciaio da cemento armato, 577 chili di presenza materica. Gambe possenti come radici, braccia alzate come rami in cerca di luce. E un corpo vestito di lamine di terracotta — centinaia — appese a spaghi come campanelle, create una per una da abitanti, bambini, passanti: «Io c’ero», sembrano dire, «e ho lasciato il mio segno».
Ai margini del borgo di Cisterna d’Asti, a ridosso di un bosco spoglio, l’Uomo Albero si innesta nel paesaggio come se vi fosse sempre stato. Nasce nel segno del tema dell’edizione 2025 “In agricoltura” e da un gioco etimologico che Bruno Meloni esplicita così: «Humus e homo hanno la stessa radice. Ho pensato a una figura che venisse dalla terra e si slanciasse verso l’alto, come la nostra stessa tensione vitale».
La sua è una presenza poetica e allo stesso tempo politica: «In questa temperie culturale, partecipare è un atto necessario», dice citando Gaber. Perché in quest’opera c’è una scommessa sulla comunità, sul tempo condiviso, sulla memoria da coltivare insieme.
Realizzato a Elmas, in Sardegna, grazie alla collaborazione con i tecnici del Frem Group e sotto la supervisione dell’ingegner Michele Pusceddu, "l’Uomo Albero” è stato smontato in tre blocchi e trasportato a Cisterna. A suggerire la partecipazione di Meloni al progetto è stato il collezionista e promotore culturale Ercoli Bartoli, in collaborazione con la Fondazione Bartoli Felter.
Una volta installato, il colosso ha preso vita attraverso un laboratorio aperto alla cittadinanza: le lamine in terracotta sono state lavorate da mani di tutte le età.
Come in molte delle sue opere precedenti – dalle Figure giganti in tondino di ferro al Giardino Pubblico di Cagliari, ai Minotauri dislocati attorno alla Facoltà di Ingegneria – Meloni lavora con materiali duri, da cantiere, ma li trasforma in strumenti espressivi.
«La tecnica è solo lo strumento per dire ciò che ti sei immaginato. A volte parlo con il ferro, a volte con il suono».
E in effetti "l’Uomo Albero” parla. I suoi filamenti d’acciaio vibrano nel vento con un rombo metallico, mentre la terracotta canta sottovoce come un carillon naturale. La scultura è anche uno strumento musicale, un corpo che reagisce all’ambiente, un totem contemporaneo.
Non è un’opera chiusa, né definitiva. Le lamine si romperanno, dovranno essere sostituite. E sarà compito degli abitanti di Cisterna “vestire” di nuovo l’Uomo Albero. «Toccherà a loro coltivarlo», dice l’artista. Come si fa con una pianta, ma anche con una memoria, un rito, un’idea.
Creativamente Roero, curata da Patrizia Rossello, si conferma anche quest’anno come una delle esperienze più originali nel panorama artistico italiano: arte site-specific, relazione col territorio, visione. E l’opera di Bruno Meloni – imponente, fragile, sonora – è la sintesi perfetta di questa poetica. Un invito a restare umani. E a ricordarci che, in fondo, siamo tutti un po’ alberi.