Il termine “Isolitudine” è stato coniato dal siciliano Gesualdo Bufalino nel romanzo “Diceria dell'untore” ma l'orgoglio per le proprie radici e l'isolamento sono comuni anche ai sardi. Da qui l’idea della mostra collettiva curata da Marco Ceraglia e che verrà inaugurata venerdì alle 18 nel Museo Civico Archeologico alle Clarisse di Ozieri.

La mostra sarà aperta fino al 30 settembre. Orari: dal martedì al venerdì 9-13 e 15-19, sabato e domenica 10-13 e 15-18.

“Isolitudine” raccoglie i contributi di 9 artisti: Igino Panzino, Josephine Sassu, Giusy Calia, Stefano Serusi, Gabriella Locci, Alberto Soi, Mario Fois, Caterina Lai e Marilena Pitturru. Espongono anche 5 fotografi: Davide Virdis, Pierluigi Dessì, Stefano Pia, Gigliola Lai, Ilaria Pisoni e Francesca Esposito.

Il curatore spiega: “Il mare è un confine liquido che, se da una parte rende una terra un’isola, dall’altra segna il carattere di chi ci nasce, ci vive, di chi con un’isola ci si rapporta nel profondo”. “Per questa vicenda dell’Isolitudine – prosegue – faccio mio il concetto sviluppato da Carl Jung, l'inconscio collettivo nella sua definizione più schematica: ‘Deposito dell'esperienza dell'umanità, presente in ogni singolo individuo’”.

Un'opera di Igino Panzino (foto concessa)
Un'opera di Igino Panzino (foto concessa)
Un'opera di Igino Panzino (foto concessa)

Coinvolti anche i i giornalisti Celestino Tabasso e Giacomo Mameli; il regista teatrale Sante Maurizi e il regista cinematografico Giovanni Columbu; il semiologo Francesco Sedda; il biologo Vittorio Gazale, il marittimo Eugenio Cossu, la psicologa Antonina Serra e la critica d’arte Mariolina Cosseddu.

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