L’intelligenza artificiale che si misura col dialetto. Lo racconta nel suo nuovo romanzo intitolato “S’intelligentzia de Elias”, Giuseppe Corongiu, scrittore nato a Laconi nel 1965, cagliaritano, esponente di spicco del movimento linguistico e identitario della Sardegna, animatore di numerose associazioni e iniziative e responsabile delle Politiche linguistiche regionali dal 2004 al 2014.

Dirigente della Pubblica Amministrazione, giornalista, traduttore, autore di opere politiche e saggi sulla difesa delle minoranze linguistiche, è alla sua seconda prova nel campo della narrativa in lingua sarda. E anche questi aspetti sono emersi nell’incontro a Carbonia promosso dall’università della terza età Unisulky e dal Comune.

«La storia di Elias – ha raccontato a Carbonia – è quella di un giornalista 40enne un po’ maldestro ma tenace che con la fidanzata collega ha a che fare con l’invadenza dell’intelligenza artificiale scelta dagli editori per sostituirli e con un delitto misterioso».

Sullo sfondo c’è proprio lo studio accanito dell’intelligenza artificiale e del modo in cui tradurre e riportare in dialetto termini e concetti, «proprio con l’idea di affermare che il dialetto è a sua volta lingua non morta ma in evoluzione». 

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