Grazia Deledda rivive attraverso il carteggio riscoperto da Piero Mura. L’autore di “Le lettere di Grazia Deledda ad Andrea Pirodda” sarà a Olbia venerdì, ospite del Politecnico Argonauti, per presentare il suo libro.

Un volume che riporta la trascrizione e lo studio di un epistolario completo e inedito, con 1158 fogli manoscritti suddivisi in 190 testi indipendenti (lettere, biglietti, cartoline) cui si aggiungono qualche rara busta contenente brevi testi, appunti o poscritti, e quattro fotografie originali. Gli scritti, che testimoniano la lunga e altalenante relazione sentimentale che la scrittrice ebbe con il maestro aggese Andrea Pirodda, furono vergati lungo un arco temporale che va dal 20 gennaio 1891, qualche mese prima dell’inizio della relazione, al 22 ottobre 1899, data dell’ultimo biglietto, e offrono la possibilità di affacciarsi su un periodo fra i meno conosciuti della biografia di Grazia Deledda: la sua giovinezza, quegli anni intensi e formativi che precedettero il suo matrimonio e il conseguente abbandono di Nuoro e della Sardegna.

Nelle lettere raccolte si assiste all’evoluzione che porta una ragazza di provincia, dotata ma sognante e timida, a divenire la sola scrittrice italiana ad aver ricevuto il Premio Nobel. Di tale periodo di formazione, le lettere ad Andrea Pirodda rappresentano una sorta di “diario di viaggio” che fornisce notizie di prima mano sui fatti salienti della vita della scrittrice e del suo mondo, mentre rivela al contempo cronologia e ragioni di future scelte tematiche e stilistiche operate in ambito narrativo. Ma le carte svelano anche il lungo processo di “autoanalisi”: nello sterminato monologo che è la sua epistolografia, Deledda, scomparsa nel 1936, a 64 anni, compie un’indagine approfondita su di sé, in cui impara a conoscersi e insieme si costruisce, scavando contemporaneamente le fondamenta per la fabbrica dei suoi stessi personaggi.

Appuntamento, dunque, venerdì 24 maggio a Olbia (dalle 18.30): dialoga con l’autore Marco Navone.

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