“La vedova allegra” a Sassari si guadagna 10 minuti di applausi
Successo per l’operetta musicata 116 anni fa da Franz Lehàr
Datata? No, evergreen. A 116 anni di distanza “La vedova allegra” musicata da Franz Lehàr riesce ancora a divertire con musiche e atmosfera frizzanti. La regina delle operette ha chiuso la stagione lirica organizzata dall'ente Marialisa de Carolis. E l'ha chiusa in maniera festosa al Comunale di Sassari con la drammaturgia rivista da Andrea Merli, regista insieme a Renato Bonajuto, che hanno inserito alcuni termini contemporanei (il Tuca Tuca) e qualche riferimento a Sassari e la Sardegna. Nel segno della tradizione invece scenografia e costumi di Artemio Cabassi che hanno ricreato la Parigi della Bella époque. Efficace l'uso dei costumi e dei colori: bianco e nero di eleganti frac e abiti da sera nel primo atto, tripudio di rossi, fucsia e viola per il terzo atto con l'intenzione di ricreare le atmosfere di Chez Maxim's dove parigini e stranieri andavano a ballare e divertirsi. Intento riuscito grazie pure alla cinquantina di persone presenti sul palco nelle scene delle feste, compreso il coro dell'ente diretto da Antonio Costa, e il corpo di ballo del Romae Capital Ballet (coreografie di Giuliano de Luca e luci di Tony Grandi) che si è esibito anche nel celebre can can.
Ben dieci minuti di applausi finali hanno dimostrato il gradimento del pubblico, così come la richiesta del bis alla fine del secondo atto per il celebre pezzo “E' scabroso le donne studiar”.
A fare da play sul palco l'attore Andrea Binetti, che padroneggia benissimo il ruolo: con consumato mestiere ha strappato diverse risate, “chiamato” gli applausi e l'accompagnamento con le mani del pubblico in alcuni pezzi. Binetti ha voluto ricordare in chiusura Elio Pandolfi, scomparso neppure un mese fa, attore poliedrico che è stato il Njegus più famoso dell'operetta nelle rappresentazioni italiane.
Convincenti le prove vocali di Francesca Pusceddu (Valencienne) e di Marco Miglietti (camille de Rossillon) che hanno dato sostanza ai duetti tra la moglie “onesta” e il suo spasimante. Meno costante ma comunque apprezzabile l'altra coppia, quella dei protagonisti: il soprano di origine georgiana Madina Karbeli, nel ruolo eponimo, e Vincenzo Nizzardo (il Conte Danilo) che le physique du rôle giusto.
Sorprendente per simpatia Matteo Loi, nei panni di Kromow, marito sempre alla ricerca della poco fedele moglie Olga, interpretata da Lara Rotili.
Menzione di merito pure per il baritono del Costa Rica William Hernandez (Visconte Cascada) che ha davvero bel timbro e volume.
Tutto il cast si è divertito sul palco, insieme all'orchestra diretta da Sergio Alapont, e anche questo ha contribuito a trasmettere quel senso di allegria di inizio '900.