Insegna Latino al liceo “Amaldi” di Carbonia e mette a disposizione, con lo spirito della volontaria, le sue competenze a favore degli allievi dell’istituto dei ciechi di Cagliari, istituzione storica nata nel 1895 e a cui fanno riferimento 150 persone tra non vedenti e ipovedenti. Giovanna Corraine, orgolese, 34 anni, dimostra che le barriere si possono abbattere. Con i suoi occhi non vede ma riesce a cogliere il senso profondo della vita da affrontare, senza paura, con slanci generosi, energia, determinazione.

La laurea in Lettere antiche, l’inserimento stabile nel mondo dell’insegnamento, l’ottimo rapporto con i suoi studenti, ragazze e ragazzi dell’Amaldi. In più, come naturale arricchimento, c’è l’esperienza all’Istituto dei Ciechi “Maurizio Falqui” in via Nicolodi, creato alla fine dell’Ottocento proprio con il nobile obiettivo di istruire i giovani ciechi e accompagnarli fino al loro ingresso nel mondo del lavoro.

La prof e l’app

Giovanna Corraine conosce i segreti della tecnologia informatica (“lo strumento più inclusivo”) e, grazie alle sue conoscenze, ha offerto utili consigli per rendere pienamente accessibile ai non vedenti l’app dell’Unione Sarda per poter leggere il quotidiano in formato digitale. Ora tutti i lettori, che non hanno il dono della vista, possono sfogliare il giornale, e avere le informazioni di cui hanno bisogno. «Alcune parti dell’applicazione – spiega la docente – non erano facilmente accessibili per i non vedenti. Con la sintesi vocale non era possibile leggere correttamente i contenuti presenti nello schermo. Con alcuni accorgimenti abbiamo reso l’app perfettamente fruibile. Adesso i non vedenti, che utilizzano lo screen reader, possono avere accesso al quotidiano ma anche alle altre sezioni dell’app come le news e la parte riservata a Videolina». La professoressa ci dimostra come si possa leggere il quotidiano con l’ausilio della tecnologia. “Apre” la pagina di Cagliari dell’Unione e legge, attraverso la sintesi vocale, la notizia di un tormentato atterraggio sulla pista dell’aeroporto di Elmas di un velivolo della compagnia Ryanair partito da Bari. «Sono molto felice che le persone non vedenti possano entrare nelle pagine del quotidiano digitale. È un importante risultato che valorizza il diritto all’informazione». Giovanna Corraine mostra anche esercizi matematici che possono essere svolti con il software di cui dispone l’Istituto. Tra i suoi allievi c’è Samuel, 12 anni, che perfeziona il suo percorso didattico. Samuel impara a utilizzare il display Braille ed è pronto a partecipare al corso di cucina che avrà inizio nel prossimo mese di settembre. Maurizio Porcelli da un anno e mezzo è il direttore dell’Istituto: «Agli allievi viene insegnato come utilizzare smartphone, tablet e computer, supporti fondamentali per la loro formazione. In tanti frequentano l’Università come Giovanna che ha conseguito la laurea e si è dedicata all’insegnamento».

L’istituzione

La storia dell’Istituto dei ciechi, fondato da Maurizio Falqui, non vedente che apparteneva a una nobile famiglia cagliaritana, è nella cappella al piano terra, terminata nel 1906, che ha ospitato nell’arco degli anni non solo funzioni religiose, ma anche concerti e adunanze generali dei soci. Oggi, dopo il restauro, è un luogo pienamente destinato al culto. Altri richiami al passato negli austeri ambienti che compongono una complessa architettura. Le memorie si manifestano anche attraverso le foto nella parete della grande sala del primo piano che ripropongono tanti momenti di un microcosmo scolastico e formativo (allievi in aula nei banchi di legno o al lavoro nei laboratori). Sequenze della lunghissima vicenda di un’istituzione che è un frammento molto significativo della più ampia storia della città.

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