Il 3 settembre, con inizio alle 19.30, viene presentato a Cagliari, all’Hostel Marina, “Emilio Lussu, la storia in una vita” di Agostino Bistarelli (L'Asino d'oro edizioni). 

È l’anteprima dell’ottava edizione del Festival “Premio Emilio Lussu” promosso e organizzato dall’associazione L’Alambicco.

Bistarelli, che interviene all’incontro, ha insegnato Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma. È  referente della ricerca per la Giunta centrale per gli studi storici, in cui coordina la Bibliografia Storica Nazionale.

“Mi colpisce  - spiega - la concretezza dell’eredità di Emilio Lussu. ‘Un anno sull’Altipiano’ è il libro italiano sulla prima guerra mondiale, senza ‘Marcia su Roma e dintorni’ non si capisce la crisi che ha portato al fascismo. Ha lasciato il segno con le sue idee. Lo avevo incontrato nelle mie ricerche sul reducismo e sull’esilio. Descrivere la sua vita è come costruire una biografia dell’Italia, riflettere sui nodi più importanti del nostro passato, comprendere le condizioni del presente”.  Bistarelli riassume così il senso dell'esperienza umana e intellettuale del leader politico nato ad Armungia: “Gli atti eroici e quelli quotidiani, la sua riflessione teorica e la scrittura, la vita con Joyce sono segnati da una coerenza di fondo che emerge immediatamente. Un'esistenza in cui i momenti difficili sono vissuti come stimoli a ripartire. Potrebbe sembrare un personaggio di avventura, invece è umanissimo. La dimensione politica non è astratta, è molto concreta. Ci dice che bisogna analizzare la realtà e provare a cambiarla”.

LE IDEE – Molto vicino a Carlo Rosselli, con il quale ha costruito la casa di “Giustizia e Libertà”, Emilio Lussu indica la strada di un socialismo “autonomista, federalista, libertario, molto diverso da quello di inizio Novecento che si era dimostrato inefficace contro il fascismo”. Il libro di Agostino Bistarelli fa luce sulla biografia lussiana. Dalla Sardegna agli scenari internazionali, senza mai dimenticare le radici, dalla lotta antifascista, tra fronti e frontiere, al contributo per creare in Italia le basi di una solida democrazia e nell'Isola una forma di autonomia utile allo sviluppo sociale ed economico.

“Penso che il confino abbia significato molto per il suo cammino. Nel confronto con Carlo Rosselli e con la comunità degli antifascisti, di generazioni differenti e di diverse estrazioni sociali, rende più ampi gli orizzonti del suo pensiero. Con la fuga da Lipari, tentata più volte e infine realizzata, dimostra che è possibile agire e colpire duramente il fascismo. Poi l’incontro con Joyce, un magnifico sodalizio, sentimentale, politico, culturale”.

LA MEMORIA – Bisogna tenere vivo il suo ricordo: “Nel centenario della Marcia su Roma sarebbe da irresponsabili non parlarne e non vedere nella crisi attuale l’emergere di elementi profondi della nostra storia: il ritorno di una visione personale del potere, del trasformismo, dell’ipocrisia politica.  Non si intravede un disegno coerente di trasformazione. Tutto il contrario dei valori che Emilio Lussu ha incarnato. Da ministro diceva che era pronto a montare a cavallo per andare in via Nazionale a rapinare la Banca d’Italia, se poteva servire, ma che non avrebbe mai firmato un provvedimento per favorire il suo partito”.

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