L’atmosfera intensa che si respirava al teatro Goldoni di Livorno, i rituali osservati con scrupolo minuzioso e la veemenza dei discorsi pronunciati dagli esponenti delle opposte fazioni durante il famoso congresso di 7 giorni del gennaio 1921 che portarono al famoso “strappo” con i socialisti ed alla nascita del nuovo soggetto politico: nel centenario dalla nascita del partito comunista non poteva mancare un appuntamento incentrato sulla formazione politica fondata tra gli altri da Bordiga, Bombacci, Gramsci e Terracini e che divenne poi il più importante partito comunista dell’Europa occidentale.

Dopo l’iniziativa incentrata sulla nascita del partito popolare italiano e sulla figura di don Luigi Sturzo, l’attore e regista Gianluca Medas è tornato, ieri sera, a fare l’excursus dei principali partiti politici italiani del ‘900 con il secondo appuntamento della rassegna “Percorsi di Identità” che ha avuto nell’ex parlamentare, ex presidente della Provincia ed ex sindaco di Carbonia Tore Cherchi e nella deputata del Pd (ed ex sindaco di Sadali) Romina Mura i suoi ospiti d’eccezione.

"Una serie di iniziative che svolgiamo per istruirci e riprendere in mano un percorso di identità politica ma anche per interrogarci sulla migliore azione amministrativa da mettere in campo”, il commento del sindaco di Villamassargia Debora Porrà, per una volta seduta tra il pubblico insieme all’assessore alla Cultura Sara Cambula nello spazio all’aperto di via San Pietro.

Un evento per pochi intimi (una ventina i presenti) che grazie all’arte oratoria ed alla mimica teatrale di Gianluca Medas ha permesso di rievocare al meglio il clima che si respirava al teatro Goldoni, le feroci contrapposizioni tra riformisti e rivoluzionari, le prime minacce dei fasci di combattimento, il diktat di Mosca che spinse fortemente per la nascita del partito e l’uscita dal teatro della fazione comunista la quale dopo la sconfitta della propria mozione continuò il “proprio” congresso nel vicino teatro san Marco dando origine alla formazione che prese il nome di partito comunista d’Italia.

"Sono parte di questa storia, la mia famiglia non era comunista ma addirittura bolscevica” ha scherzato Romina Mura durante il proprio intervento. “La divisione sembra essere una caratteristica costante della sinistra, mi sono chiesta spesso da che parte sarei stata in quel famoso teatro e penso che forse avrei fatto una battaglia riformista evitando scissioni. Questo perché anche se l’unità non è un valore assoluto, da difendere a tutti i costi, la storia del riformismo ci insegna che le battaglie ed i diritti si conquistano unendosi mentre quando ci si divide si lascia poi la vittoria all’avversario”.

Dopo un excursus su Togliatti - "che commise tanti errori ma ebbe anche il merito di trasformare il partito in un partito di massa, abbandonando la precedente idea della rivoluzione e abbracciando la democrazia progressiva” - Tore Cherchi ha spostato l’attenzione sul Sulcis e sulla minaccia fascista, rievocando il prezzo salatissimo pagato da alcuni dei primi comunisti dell’epoca tra i quali Renato Mistroni, il primissimo sindaco di Carbonia che pagò con una carcerazione di 12 anni la sua adesione al comunismo.

Nel tracciare un bilancio sul comunismo italiano l’ex parlamentare ritiene che “il suo principale merito è stato quello di allargare la base democratica e costituire il più grande baluardo della resistenza al fascismo. Un partito che è arrivato ad avere 12, 13 milioni di voti e che poi ha chiuso la propria esperienza avendo esaurito la propria missione". Un’epoca certamente diversa “fatta di fortissimi ideali, di sezioni, partecipazione, serietà, studio e preparazione” che Cherchi mette amaramente in contrapposizione con la politica dei giorni nostri nei quali “il politico di turno sbarca ad Olbia per il suo comizio in Sardegna ed esaurisce in una giornata i propri appuntamenti elettorali ripetendo lo stesso ritornello in tutte le città che ha il tempo di raggiungere”.

L’ANEDDOTO – Esemplare un aneddoto che ci riporta all’84, anno in cui il compianto Enrico Berlinguer venne in visita in Sardegna e si fermò per una settimana visitando anche Carbonia e le aziende della provincia: “Avevo 33 anni - ricorda Cherchi - e mi capitò di accompagnarlo in una fabbrica dove non era previsto un suo discorso ma i mille operai radunati insistettero per sentire le sue parole. Parlò a lungo a braccio e andò tutto alla grande ma poi mi fece rimproverare dal suo segretario: ‘Solo i politicanti improvvisano i propri discorsi, gli operai non sono tutti uguali’ furono le parole riferitemi. Mi diede una grande lezione sulla serietà che occorreva in politica e sul rispetto dell’uditorio. Una serietà che molti dei politici di oggi dovrebbero prendere ad esempio”.

Il terzo appuntamento con i “Percorsi di Identità” è in programma per la serata del 9 luglio, nuovamente all’aperto ma in via Puglisi. Stavolta l’evento sarà focalizzato sulla nascita del Partito Sardo d’Azione.                    

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