Un importante riconoscimento per gli alunni dell'Istituto comprensivo 3 di Alghero.

I giovani studenti sono risultati vincitori del concorso "Non mettere un punto dove può esserci una virgola", indetto dal Comitato Italiano Paralimpico a seguito della XI edizione della "Giornata nazionale dello sport paralimpico".

A colpire la giuria, che ha assegnato il premio l’1 ottobre scorso, un interessante lavoro sulla disabilità equiparata a una vera e propria opera d'arte.

Nel regolamento del concorso, in particolare, si specificava che "la disabilità non è il traguardo ma un nuovo punto di partenza, ciò che è diverso da noi è esclusivo e straordinario". Venivano poi fornite le linee guida da seguire: "Esplorare la natura e le implicazioni del parallelismo, in linea concettuale, stabilito tra la Venere di Milo, icona di bellezza universale e di unicità in virtù delle sue caratteristiche (la mutilazione degli arti che tuttavia rende l'insieme armonioso e perfetto in sé) e l’atleta paralimpico, esempio di valore assoluto e di straordinarietà proprio in forza delle sue caratteristiche fisiche e del talento agonistico che tuttavia è in grado di esprimere".

Gli scolari algheresi si sono messi in gioco, coordinati dall'insegnante Mariella Carboni, dalla sua collega di scienze motorie Silvia Solinas e con il pieno sostegno della dirigente scolastica Paola Masala. Ne è venuta fuori quasi una ventina di elaborati che, insieme, hanno contribuito alla vittoria finale dell'Istituto catalano. La Venere di Milo è stata così idealizzata in look differenti che dimostrano quanto vivida sia l'immaginazione degli adolescenti.

La consegna del premio si è svolta nel corso di una cerimonia solenne, con l'assegnazione di una targa dal commissario straordinario del CIP Sardegna Paolo Poddighe. Con lui era presente anche Marco Pinna in qualità di referente regionale scuola del CIP.

"Mi complimento con gli alunni e i docenti per la sensibilità mostrata in questa circostanza – ha detto Paolo Poddighe – segno che se diffusi con la giusta dose di consapevolezza, certi messaggi vengono impressi nella mente e non vengono mai più cancellati. Sono sicuro che in futuro questi ragazzi sapranno approcciarsi al mondo della disabilità con la giusta maturità e saranno anche degli ottimi divulgatori nei confronti di chi ha una percezione molto acerba dell’inclusione fuori e dentro la scuola".

(Unioneonline/v.l.)
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