Non farà piacere ai tanti estimatori di Steve Jobs, il ritratto che ne ha tracciato nel libro Small Fry la figlia Lisa, nata nel 1978 dalla relazione con Chrisann Brennan e riconosciuta solo dopo una lunga battaglia legale.

"Crudele" e trasformato in un "demone" dal successo, duro e anaffettivo, perlomeno nei confronti di questa figlia considerata come un errore e una vergogna, che minava l'immagine senza macchia del geniale e visionario co-fondatore di Apple .

"Non è mia figlia" aveva detto Steve Jobs il giorno in cui Lisa venne al mondo, e per anni fece di tutto per tenersene alla larga, lasciando che la bimba rischiasse di esser data in adozione per la difficile situazione economica della madre, almeno fino all'intervento di un tribunale e alla conferma della paternità, che impose al manager il pagamento degli alimenti: meno di 400 dollari al mese. Cifra irrisoria, se si pensa al patrimonio milionario che già allora Jobs stava accumulando.

E i rapporti non migliorarono neppure dopo il riconoscimento e nemmeno durante le fasi finali della malattia che colpì Steve Jobs.

Dal libro emerge l'altro volto dell'uomo di successo, quello che alla figlia bambina che chiedeva se avesse intitolato il primo computer Lisa in suo onore, rispose: "Niente affatto mia cara: è una sigla che sta per Local Integrated Systems Architecture".

(Unioneonline/b.m.)
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