Jacopo Tissi, primo ballerino del Bolshoi, lascia il teatro moscovita
“Nessuna guerra è giustificata, non posso continuare la carriera qui”, ha scritto su Instagram l’étoile
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Dopo le dimissioni ieri del direttore Tugan Sokhiev, il teatro Bolshoi di Mosca vede un'altra defezione a causa dell'invasione dell'Ucraina.
Lascia infatti Jacopo Tissi, italiano, lo scorso dicembre nominato primo ballerino. “Almeno per il momento”, ha annunciato via Instagram. E come lui ha fatto un altro danzatore solista del teatro moscovita, il brasiliano David Motta Soares.
“Nessuna guerra può essere giustificata. Mai. E io sarò sempre contro ogni tipo di violenza”, ha scritto Tissi, 27 anni, nato a Landriano (Pavia) e diplomatosi nel 2014 all’Accademia della Scala.
Il giovane è subito entrato nel corpo di ballo della Staatsoper di Vienna per poi passare nella stagione 2015-16 a quello della Scala all'epoca diretto da Makhar Vaziev, che una volta diventato guida del balletto del Bolshoi lo ha chiamato a Mosca nel 2017. Lì è diventato solista e dallo scorso dicembre è appunto primo ballerino.
“È difficile trovare le parole in questi giorni, tutti i momenti che ho vissuto fino ad ora e i tanti pensieri che mi girano per la testa - ha scritto Jacopo -. Sono scioccato da questa situazione che ci ha colpito da un giorno all'altro e, onestamente, per il momento, mi ritrovo impossibilitato a continuare la mia carriera a Mosca”.
Un pensiero a chi in Russia è diventato per certi versi parte della sua famiglia: “Non riesco a descrivere quanto sia stato triste per me lasciare i miei insegnanti, colleghi e amici, persone speciali che mi hanno fatto crescere come artista e come persona a cui sono e sarò sempre grato”.
Sulla guerra: “Provo empatia verso tutte le persone che stanno soffrendo. Nessuna guerra può essere giustificata, mai. E io sarò sempre contro ogni tipo di violenza. Non possiamo lasciare che l’odio si diffonda, anzi, il nostro mondo dovrebbe essere pieno di armonia, pace, comprensione e rispetto. Spero davvero e prego che cessino al più presto tutte le guerre e sofferenze”.
(Unioneonline/L)