Sembrano fave normali, ma non lo sono.

Hanno lo stesso sapore e le stesse caratteristiche di quelle che oggi finiscono abitualmente nei nostri piatti, ma con il vantaggio di non essere tossiche per le persone affette da favismo: ovvero quelle persone che rischiano crisi faviche consumando il legume fresco.

Questa scoperta potrebbe così cancellare - forse definitivamente - i problemi causati dalla malattia genetica che affligge quasi 400 milioni di persone in tutto il pianeta.

A realizzare questa sorta di "rivoluzione leguminosa" è stato un gruppo di lavoro composto dall'equipe sarda guidata dal primario del Laboratorio analisi di Alghero, Luigi Felice Simula, i ricercatori del Dipartimento di oncologia dell'Università di Torino, e l'Istituto nazionale della ricerca agronomica di Digione in Francia.

La varietà di fave selezionate, hanno spiegato i ricercatori, non è tossica e non è nemmeno ogm. E potrebbe rappresentare un'insperata soluzione per il problema che colpisce attualmente molte zone d'Italia, Sardegna compresa.

Sull'Isola, infatti, oltre il 12% dei maschi è affetto da tale carenza genetica e quindi costretta a evitare di mangiare fave fresche.

Fose, ancora per poco.

(Unioneonline/DC)
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