Giocatrice di basket nella Virtus Cagliari, giornalista a Videolina. Ora Virginia Saba ha iniziato una nuova avventura, quella di scrittrice. È uscito infatti “Il suono della bellezza” (IF Press) e il sottotitolo chiarisce subito la materia affrontata nelle 208 pagine che compongono il volume: “Note di vita e filosofia”. Una vita, quella di Virginia, iniziata 39 anni fa a Selargius e che prosegue oggi a Roma, dove vive (assieme al suo compagno, il ministro degli Esteri e big del M5S Luigi Di Maio), lavora (alla Commissione bicamerale per le questioni regionali) e dove continua a studiare (Teologia alla Pontificia Università Antonianum).

Com’è nata l’idea di questo libro?

"Dopo un incontro particolare, con una persona speciale. Di più: un maestro. Da questo incontro ho iniziato una serie di riflessioni sull’arte, la musica, la storia e, naturalmente la filosofia. Un vero e proprio percorso per provare a rispondere alla domanda: che cos’è la bellezza? Il libro raccoglie tutte queste riflessioni”.

La sinossi parla di un “aiuto” arrivato da Bach…

"Sì. Mentre scrivevo ascoltavo le sue 32 variazioni Goldberg e ognuna ha in qualche modo ispirato i miei pensieri. Sono melodie che Bach ha scritto per un conte (Hermann Carl von Keyserling, ndr) che soffriva di insonnia, per aiutarlo a trovare pace. E interrogarsi sulla bellezza e sulla vita è proprio un modo di trovare pace interiore”. 

Il suo “itinerario” tocca numerosi periodi storici. Ce n’è uno che l’affascina in maniera particolare?

"Il Quattrocento, quando gli umanisti, come Marsilio Ficino, riportarono il pensiero di Platone al centro della riflessione filosofica, accanto a quello di Aristotele. La razionalità affiancata e completata dall’amore”.

I temi toccati nel libro sono vari e variegati: da Saffo agli haiku, da Boezio a Verdi…

"Sono tante ‘chiavi’ per riflettere. Autori, personaggi e opere del passato non devono essere considerati come qualcosa di lontano o fine a se stesso. Possono e devono essere fonte di ispirazione per vivere e capire la nostra quotidianità”.

C’è un filosofo che è stato – ed è – per lei fonte d’ispirazione?

"Pitagora. Mi ha sempre affascinato la sua figura esoterica e il suo percorso di ricerca della purezza dell’anima attraverso i numeri. Un percorso per arrivare all’ineffabile ‘ottava nota’”.

Un filosofo, invece, da riscoprire?

"Il maestro Eckhart. Teologo e mistico speculativo”.

Anche la sua Sardegna l’ha ispirata?

"La Sardegna è una terra magica. E magico è il sapere che si tramandano da secoli le tessitrici sarde. Nella loro creatività ho trovato molti spunti”.

E l’amore?

"E’ sempre fondamentale. Dopotutto, per accedere al ‘divino’ servono tre cose: un incontro, un dolore e – appunto – l’amore. Il problema è che oggi è difficile trovarlo, quello vero intendo. Più facile incontrare sul proprio cammino degli ‘amori da supermarket’”.

E lei? L’ha trovato?

"A differenza degli amori da supermarket, il rapporto che sto vivendo è qualcosa di veramente speciale. Non c’è spazio per alcun egoismo. Anzi, bisogna essere pronti a mettere da parte il proprio ego, perché spesso viene prima tutto il resto del mondo. Ma ne vale la pena, perché ciascuno vive e partecipa al sogno dell’altro”.

Anche Di Maio, il suo compagno, arriva in libreria. L’ha letto il suo libro? L’ha aiutato o consigliato?

"Non so nulla! Ho solo visto la copertina. Totale segreto anche per me”.

Dopo il libro, quale sarà il prossimo step della sua vita? I fiori d’arancio?

"Sinceramente non lo so. Di certo voglio continuare a studiare. Per il resto, vedremo”.

Il libro si intitola “Il suono della bellezza”. Dunque: che cos’è per lei la bellezza?

"La bellezza? E’ l’anima che ritrova se stessa. O, come diceva Saffo, bellezza è ciò che si ama”.

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