Raffigura il fianco di una barca a vela latina arricchita da una serie di dettagli quali ad esempio l’albero provvisto di bandiera sulla sommità, lo scafo basso ed allungato con prua e poppa molto rialzate e ricurve rispetto alla linea di galleggiamento e le cuciture tra i 17 ferzi della vela. Così è apparsa all’epigrafista Giuseppe Piras, studioso e ricercatore, nonché presidente del Centro studi della basilica di San Gavino a Porto Torres. L’incisione è stata rilevata sulla superficie lapidea del fusto della terza colonna, nella navatella settentrionale della chiesa romanica costruita nell’XI secolo, il monumento dove sono state scoperte delle marche lapidarie d’età medievale e numerosi graffiti tra i quali il disegno di un’imbarcazione da pesca, armata a vela latina datata tra l’XI e il XIII secolo d.C. 

Il graffito, realizzato con un sottile punteruolo, presenta verso prua un segno a V con vertice verso l’alto, nel quale parrebbe poter riconoscere la volontà del lapicida di raffigurare uno scoglio, interpretato come un ex voto realizzato in seguito ad uno scampato naufragio, oppure per propiziare una battuta di pesca fruttuosa. Il pannello che lo raffigura è stato esposto all’Ama di Sassari e al Museo del Porto di Porto Torres, dove sono stati illustrati i particolari della scoperta in occasione dell’iniziativa intitolata “Navicula Sancti Gavini, il graffito della barca a vela latina nella basilica di San Gavino”.

Una presentazione aperta da Lorenzo Nuvoli, gestore della struttura museale che raccoglie modelli di barche e antichi strumenti facenti parte della memoria della tradizione marinaresca turritana.

“Il pannello che raffigura l’imbarcazione va ad implementare i reperti già presenti al Museo – sottolinea Nuvoli – grazie ad un lavoro costante che mira ad arricchire l’esposizione con ulteriori elementi caratteristici del posto”.

Per l’epigrafista Piras "fa piacere che ben due musei, l'Ema di Sassari e il Museo del Porto, abbiano deciso di ospitare un pannello che descrive questo ritrovamento, affinché anche a livello didattico si possa far capire alle giovani generazioni quanto sia antica la tradizione di questa tipologia di imbarcazioni. Mi auguro che addetti ai lavori e non, così come associazioni del settore e istituzioni, diano a questo graffito il rilievo che merita, adottandolo magari come logo”. 

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