C’è un’America che è quella del sogno, dei grattacieli sfavillanti di New York e delle mille possibilità. C’è poi un’America crudele, spietata, ancestrale, in cui la legge del più forte non ha ancora passato del tutto la mano al diritto e alla giustizia e dove la pace non sempre arride ai giusti.

Peter Farris nel suo romanzo “Il diavolo in persona” (NN Editore, 2023, pp. 272, anche e-book) ci parla di uno spicchio di questa America profonda, nascosta tra le paludi della Georgia, dove serpenti e alligatori condividono lo spazio e le abitudini con esseri umani che a fatica tengono a bada i loro demoni interiori…e a volte li lasciano liberi di scorrazzare e infliggere dolore.

Maya, la protagonista del romanzo, ha solo diciotto anni, ma di demoni ne ha già conosciuti molti, troppi. Fa la prostituta e fa parte dell’harem di lusso del potente Lucio. Soprattutto è diventata la preferita del Sindaco, uomo corrotto, perverso che un giorno, in preda all’eccitazione, si lascia sfuggire davanti a lei informazioni importanti sui loschi affari che sta conducendo con dei trafficanti di droga messicani. Maya oramai sa troppo e deve sparire. Gli scagnozzi di Lucio per ucciderla la portano in un campo dove dominano spettrali spaventapasseri. Ma uno spettro, seppur in carne e ossa, appare dal nulla e salva la giovane, punendo con efferata violenza gli uomini di Lucio. Lo spettro è Leonard Moye. Vive sulle terre degli spaventapasseri da sempre. Ha un passato di contrabbandiere di alcol ed è un uomo arrabbiato, solitario e pericoloso. Per alcuni è il diavolo personificato, ma si affeziona a Maya come da tempo non gli capitava con un altro essere umano e sarà disposto a tutto pur di difenderla. Anche a perdonare chi in passato gli ha spezzato il cuore e tolto senso alla sua vita.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Il diavolo in persona è un southern noir incalzante e ritmato, che racconta un’America ostaggio di forze oscure e feroci, violente e senza scrupoli. Ma il romanzo di Peter Farris, ottimamente tradotto da Valentina Daniele a cui si deve anche la bella nota finale al libro, è anche un inno ai valori della solidarietà e delle comunità. È un’elegia cruda, ma carica di speranza alle possibilità di riscatto concesse dalla lealtà, dal coraggio, da quel senso di giustizia che porta l’essere umano al sacrificio pur di riparare un’ingiustizia e proteggere un debole. Quel senso di giustizia che trasforma un diavolo in un angelo sterminatore.

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