Quali sono le grandi sfide che determineranno il futuro dell’Italia e del mondo? Possiamo ancora crescere in un sistema globale segnato da disuguaglianze, crisi climatiche e instabilità politica? Come possiamo affrontare il futuro senza cadere in facili ottimismi, o soluzioni illusorie? Queste sono solo alcune delle domande che Carlo Cottarelli si pone - e ci pone - nel suo nuovo libro, “Senza giri di parole” (Mondadori, 2025, Euro 19,00, pp. 264, anche e-book).

Un libro, quello del famoso economista, che nasce dall’urgenza di fare chiarezza in un tempo di profonde incertezze e instabilità.

Cottarelli, infatti, fa il punto su sette grandi sfide globali che stanno determinando il nostro presente e plasmeranno il nostro futuro sociale ed economico. Dal riassetto del potere internazionale tra Cina e Stati Uniti – in particolare dopo l’insediamento della nuova amministrazione di Trump – con l’ascesa di nuove potenze globali al crescente ruolo economico-politico delle multinazionali tecnologiche, dalle minacce del riscaldamento globale alle sfide poste dai flussi migratori, dalle sempre più forti tensioni interne dell’Unione europea al progressivo calo delle nascite, nonché alla situazione italiana e al futuro della sua economia.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Si tratta di fronti aperti, sfide da fare tremare i polsi, ma che vanno affrontate per tempo, senza indugio, in maniera concreta, realistica, rimboccandosi le maniche con coraggio e spirito di critico. Come scrive Cottarelli nell’introduzione del libro: “I temi trattati in questo libro sono di un’importanza che non mi perito a definire fondamentale per il futuro dell’umanità e, più concretamente, vostro, dei vostri figli e dei vostri nipoti”. Ragion per cui non è tempo di indugi, di testa sotto la sabbia modello struzzi. Le incognite sono certamente molte, e se vogliamo non farci trovare impreparati e cercare di superare gli ostacoli davanti a noi, il primo, urgente passo è prendere piena coscienza della situazione, dirsi le cose come stanno, senza giri di parole, senza abbandonarsi al pessimismo né cullarsi in un cieco ottimismo, e senza, soprattutto, ricorrere a scorciatoie. Scrive sempre Cottarelli: “Questo libro vi racconta i problemi, ne illustra le possibili soluzioni, ma conclude che si tratta di questioni irrisolte, per le quali il bandolo della matassa non è stato ancora trovato. Non è che quel bandolo non possa essere necessariamente individuato. Ma al momento non è chiaro quale possa essere e, se non è chiaro, non si può neppure escludere che non si possa trovare. Certo, non si può perdere la speranza (spes ultima dea, no?). Ma, come scrisse Schopenhauer, un adeguato grado di pessimismo (o perlomeno di onestà nel non pensare di avere sempre la risposta a tutti i problemi) può essere salutare per andare avanti e trovare una soluzione.

Cottarelli ci offre quindi una riflessione lucida e necessaria, che non tace gli aspetti più complicati e controversi delle singole questioni e rappresenta un punto di partenza imprescindibile. Perché solo con onestà e consapevolezza possiamo affrontare un futuro incerto con nervi saldi e sguardo critico. Insomma, siamo di fronte a un libro anche “indigesto” tanto che lo stesso autore all’inizio indica non tanto perché andrebbe letto, ma chi dovrebbe evitare di leggerlo: “Non dovrebbero leggerlo i deboli di cuore, gli ansiosi o, perlomeno, quelli che hanno in programma di sfogliare queste pagine prima di andare a dormire facendo sogni tranquilli. Ci vuole coraggio a leggerlo. Servono cuori forti. […] Per leggerlo, occorre avere nervi saldi e un’adeguata dotazione di ottimismo di cui farsi scudo. […] Secondo, non dovrebbero leggerlo quelli che hanno raggiunto l’atarassia, i cuori spenti, gli scettici che pensano che parlare del futuro sia inutile perché del futuro non si può dire nulla. In ultima analisi, un libro, quello di Cottarelli, per chi è abituato a gettare, concretamente e metaforicamente, il cuore oltre gli ostacoli…ma con buon senso.

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