“Il Colombre è la grande metafora della sua poetica”. Così Antonella Morassutti, pronipote di Dino Buzzati, definisce il racconto a cui si è ispirata la mostra internazionale “Qualcuno sostiene perfino che non esiste” e la due giorni, svoltasi con grande successo sabato e domenica scorsi alla Pinacoteca di Sassari, tra convegni, laboratori e performance sceniche.

Una narrazione seminale, improntata al “senso dell’attesa, come gran parte della sua produzione”, per uno dei più grandi autori del ‘900 italiano e non, celebrato dal capoluogo turritano e dall’associazione che ha preso il nome proprio da “Il Colombre”, promotrice dell’evento sempre con la Pinacoteca e la Biblioteca Universitaria.

E la Morassutti è stata l’ospite d’onore del weekend, di cui ha lodato la riuscita, certificata dal pienone della NarrAzione Scenica con l’attrice Francesca Ventriglia e il musicista Giovanni Becciu, e dalle numerose presenze registrate al laboratorio per bambini “Tra mostri, avventure e scoperte”.

Affollato anche il convegno che ha visto, insieme all’intervento di Maria Paola Dettori, direttrice del museo, le relazioni di Valentina Crifò, educatrice museale, e Gavina Cherchi, docente di Estetica all’Ateneo sassarese, entrambe soffermatesi sul valore del canone del versatile Buzzati, scrittore, giornalista, scenografo, pittore.

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