«Emilio Lussu, un uomo di cui l'Italia oggi avrebbe disperatamente bisogno», scrive Alessandro Galante Garrone dopo la morte del Cavaliere dei Rossomori il 5 marzo del 1975.

Lussu, ufficiale della Brigata Sassari nelle trincee del Carso e sull'Altopiano di Asiago, leader dell'antifascismo, scrittore.  Ha vissuto la tragica vicenda della Grande Guerra, si è mosso tra fronti e frontiere nel lungo esilio e negli anni della "Diplomazia clandestina", si è aperto al mondo mantenendo sempre un rapporto forte e stabile con la sua terra

«La Sardegna che io sento non è la Sardegna geografica o poetica dei monti scoscesi e dei boschi di quercia, l'Isola del lentischio e dell'asfodelo, ma la dura terra dei contadini, dei pastori, dei minatori e degli operai, la Sardegna del multiforme lavoro, cui Roma fascista ha tolto il pane, libertà e vita, per creare un Impero di fumo», dice Lussu al ritorno a casa nel luglio del 1944. Nasce il  4 dicembre del 1890. Esattamente 132 anni fa.

Le ricorrenze non sono una semplice formalità. Il fumettista armungese Sandro Dessì, che con la sua arte ha raccontato le vite di Gramsci e dello stesso Lussu, oggi rende omaggio al Cavaliere dei Rossomori con un ritratto che descrive l'anima del "capotribù nuragico" (definizione di Francesco Masala).

Il ritratto di Sandro Dessì (foto L'Unione Sarda)
Il ritratto di Sandro Dessì (foto L'Unione Sarda)
Il ritratto di Sandro Dessì (foto L'Unione Sarda)

«È un modo per rinnovare il ricordo e per far conoscere ai giovani la sua esperienza politica e intellettuale», spiega Dessì.  Marco Revelli, sociologo e scrittore, figlio di Nuto Revelli, alpino e partigiano, sottolinea che «Lussu fa parte del nostro patrimonio politico e civile, della memoria di un’Italia pulita e coraggiosa».

E sui destini di Armungia e Paraloup, il borgo di montagna piemontese salvato dalla Fondazione “Nuto Revelli”: «Paraloup è come Armungia, simboli di tanti piccoli borghi che rischiano di scomparire. Abbiamo recuperato Paraloup, dove è nata la formazione partigiana “Giustizia e libertà” di Duccio Galimberti e Dante Livio Bianco. Il borgo era completamente abbandonato e spopolato. L’abbiamo rimesso in vita con l’obiettivo di riportare la speranza della rinascita nelle aree interne dove c’è una storia profonda e un’accumulazione di esperienze e tradizioni riconducibili alla civiltà contadina e montanara che ha tanti valori da trasmetterci. Una grande sfida del nostro tempo, politica, culturale, sociale ed economica».

Anche Armungia ricorda Emilio Lussu con atti concreti, iniziative e progetti.

C’è poi  la bellissima poesia che Joyce Lussu ha dedicato al compagno di una vita:

Non c'è niente di definitivo

in questo tuo essere assente

e il mio non è un aspettare

ma nemmeno una perdita o una voragine

in cui non sei più

perché sei

dentro tante cose

parole immagini idee sentimenti

aspirazioni stimoli movimenti

presenti.

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