Un progetto preliminare per ampliare e completare lo scavo della splendida Domus dei mosaici marini, la struttura emersa nell’area archeologica di Turris Libisonis, la città romana di Porto Torres.

Con l’avanzo del finanziamento pari a 100mila euro, stanziato dal segretariato regionale del Ministero della cultura con fondi pari a 577.200 euro, si procederà nella predisposione di un piccolo progetto per definire le ultime scoperte. Un ulteriore finanziamento da 1 milione di euro consentirà di dare inizio ai cantieri di un ampliamento dello scavo nei primi mesi del 2024.

«L’intervento prevede la definizione degli ingressi dell’intero complesso edilizio, che ancora non appaiono chiari», spiega l'archeologa Gabriella Gasperetti, responsabile del procedimento, della progettazione e direzione scientifica dello scavo archeologico. «Inoltre ci sono le sezioni di terra imponenti ancora da scoprire e, soprattutto, non è stata rinvenuta la strada di ingresso da via Ponte  Romano».

Si proseguirà con i restauri e la predisposizione di un concorso di idee per garantire la copertura dell’intero scavo, una struttura realizzata ad hoc che possa fare da modello per altre aree archeologiche da preservare. Si tratta, infatti, di un  edificio a tre livelli con dieci ambienti con rivestimenti musivi di particolare bellezza: un piano rettangolare, un vano absidato, un piccolo ambiente absidato, un corridoio, un vano con una grande vasca, due ambienti piccoli laterali, a cui si aggiungono le ultime scoperte dello spogliatoio, il grande vano rettangolare e il vano absidato più ampio al piano zero.

Gli elementi rivelano che l’edificio ha avuto almeno due periodi di utilizzo, uno nel III secolo d.C. e uno finale del IV - V secolo d.C. Negli scavi 2003-2004 il complesso sembrava una lussuosa Domus patrizia della città padana antica, con ambienti disposti su più livelli, panoramici sul Rio Mannu, un complesso di una ricchezza notevole. Lo scavo compiuto nel 2022, attualmente ampio  30 metri per lato con un ampliamento sui tre lati di circa 15 metri, ha rivelato nuovi particolari sulla domus che consentono di avanzare le ipotesi che si tratti di un apparato termale che si estende per un isolato intero. La presenza di un’area riscaldata e di ambienti freddi fanno pensare ad un ambiente termale divenuto in seguito un luogo di culto cristiano.

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