Un protocollo d’intesa è stato firmato a Santa Giusta dai presidenti di Fai Sardegna e Sardegna Isola del Romanico al fine di progettare e organizzare iniziative congiunte per promuovere il patrimonio storico culturale e paesaggistico del romanico presente nell’Isola.

Sono oltre 150 i siti, in gran parte accessibili: chiese, abbazie, monasteri, castelli, palazzi giudicali, saranno valorizzati con l’intesa siglata dai presidenti delle due realtà, Monica Scanu e Antonello Figus.

La rete territoriale del Fai conta su sette presìdi di Cagliari, Oristano, Nuoro, Ogliastra, Sassari, La Maddalena e Olbia-Tempio Pausania, la Fondazione Sardegna Isola del Romanico ha oltre 70 Comuni tra i suoi associati.

“Un percorso tra storia, religione, arte e architettura”, spiega Figus che elenca alcuni tra i siti più rappresentativi: Santissima Trinità di Saccargia a Codrongianos, San Gavino a Porto Torres, la basilica di Nostra Signora del Regno di Ardara, San Pietro di Sorres a Borutta "dove i monaci - racconta - preparano antiche ricette di unguenti e sciroppi a base di erbe e campestri".

E poi c’è la chiesa monumentale di Santa Giusta, ex cattedrale, "unica in Sardegna con la cripta costruita assieme alla chiesa".

Ai piedi del Castello di Quirra c'è invece la chiesetta di San Nicola di Quirra, a pochi chilometri da Villaputzu. E la chiesa di San Pietro di Zuri, nel comune di Ghilarza: "Smontata pietra per pietra è stata spostata nella parte alta per evitare di essere sommersa dalle acque del Tirso", rivela l'esperto.

“I monaci - sottolinea Monica Scanu - hanno lasciato il segno e portato in Sardegna cultura e tecnologie agricole di coltivazioni divenute poi punti di forza dei territori".

(Unioneonline/s.s.)

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