Era il settembre 1943 quando a Cefalonia si compiva uno dei più grandi massacri che la storia italiana ricorda: dopo l'armistizio dell'8 settembre furono infatti oltre 8mila i soldati uccisi nell'isola greca per mano dell'esercito tedesco.

Pochissimi i superstiti, e fra questi Bruno Bertoldi di Bolzano, che oggi compie 100 anni.

A fargli gli auguri i tre figli Paolo, 55 anni, Anna, 61 anni, e Silvano, 63 anni. Ma anche tutta l'Italia, in un caloroso e ideale abbraccio all'ultimo testimone vivente della terribile strage.

Bruno Bertoldi in una foto d'epoca (Ansa)
Bruno Bertoldi in una foto d'epoca (Ansa)
Bruno Bertoldi in una foto d'epoca (Ansa)

LA STORIA - Nato nel 1918 e cresciuto nella provincia di Trento che all'epoca era Tirolo austriaco, Bertoldi viene arruolato nel 1937 a Bolzano come comandante dell'autodrappello della divisione Acqui.

Sbarcato prima in Albania e poi militare di stanza a Cefalonia, sopravvive miracolosamente all'eccidio. Il militare austriaco chiamato a fucilarlo è infatti un optante sudtirolese che già in un'occasione gli aveva risparmiato la vita e che anche in quell'occasione gli consente di scappare.

Rifugiatosi da una famiglia greca, al termine della strage Bertoldi si consegna alla Wehrmacht per evitare rappresaglie sul villaggio nel quale si era nascosto. Rifiutandosi di arruolarsi nell'esercito tedesco, viene caricato su un treno diretto in Polonia con destinazione finale Minsk in Ucraina. Qui Bertoldi lavora per sei mesi come meccanico prima di essere consegnato all'Armata Rossa dai partigiani, insieme ai quali si rifiuta di combattere, pur appoggiandone la causa, quando le sorti della guerra volgono a favore dei russi e i tedeschi battono in ritirata.

Finito nelle mani dell'Armata Rossa, Bertoldi viene caricato su un treno merci dal quale riesce a fuggire, sopravvivendo per l'ennesima volta a morte certa.

Bruno Bertoldi in un'altra immagine d'epoca (Ansa)
Bruno Bertoldi in un'altra immagine d'epoca (Ansa)
Bruno Bertoldi in un'altra immagine d'epoca (Ansa)

L'ex militare cammina quindi per due mesi attraverso la steppa gelata fino ad arrivare al lager di Tambov nella Russia sud occidentale, da dove viene poi trasferito in Turkestan e qui per sei mesi viene impiegato nella raccolta del cotone in un gulag. Nell'ottobre del 1945, finalmente, la libertà. Bertoldi viaggia per 17mila chilometri in treno fino a Vienna e da lì in Valsugana, dove riabbraccia la madre.

LA TESTIMONIANZA - Nel 2013 Bertoldi aveva testimoniato al Tribunale di Roma nell'ambito del processo contro Alfred Stork, ex caporale dei Gebirgsjäger all'epoca 90enne, accusato dell'uccisione di "almeno 117 ufficiali italiani" sull'isola di Cefalonia.

(Unioneonline/v.l.)
© Riproduzione riservata