Avrebbe compiuto 90 anni, Gabriel Garcia Marquez, premio Nobel per la Letteratura nel 1982 e uno degli scrittori più amati di tutti i tempi, adorato da generazioni di lettori di tutto il mondo.

Un personaggio chiave del Novecento (nasce ad Aracataca, in Colombia il 6 marzo 1927 e muore a Città del Messico nell'aprile del 2014), e non solo per quanto riguarda la letteratura.

Perché i suoi scritti, il suo approccio al mondo, il "realismo magico" utilizzato come espediente narrativo e come lente per leggere l'anima del Sudamerica, hanno travalicato i confini di genere, sconfinando per esempio nel cinema, nel racconto per immagini, nella storia breve, nel giornalismo.

Un'eredità fatta di uno stile chiaro e riconoscibile, ricco, ironico, amaro, contemplativo, magistrale nel suo modo di trattenere saldo l'intreccio tra realtà, leggenda, fantasia, cronaca - vera o rivisitata - come nelle sue opere più famose.

A cominciare da quel "Cent'anni di solitudine" che tutti conoscono e citano, fino ai vari "L'autunno del patriarca", "L'amore al tempo del colera" o il piccolo quadro di "Nessuno scrive al colonnello", tra le sue prime, splendide opere.

Saranno in molti a riprendere le fila e le linee del movimento "magico-realista", a cominciare dal brasiliano Paulo Coelho e dalla cilena Isabel Allende, divenuti autori best-seller della "nuova" letteratura sudamericana.

UNA SERIE TV PER CELEBRARLO - E in chiave popolare e divulgativa, per celebrare la figura di Marquez da tempo si parla di una serie tv in arrivo, scritta da un team di autori che avrebbe assemblato una sceneggiatura sufficiente per produrre 13 puntate composte da materiale inedito, d'archivio e interviste sul Nobel colombiano con l'aiuto di uno specialista in materia come lo studioso e scrittore Plinio Apuleyo Mendoza. Non ci resta che attenderne l'uscita.

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